“La vera scommessa è connettere l’hardware, cioè i fattori fisici, materiali, ambientali e infrastrutturali, con il software, ovvero i fattori sociali, le reti immateriali, le dinamiche economiche e culturali delle città. Possiamo dire che si tratta di recuperare un rapporto tra urbanistca e comunità”. Questo il messaggio a UrbanLab 2018 di Paolo Formigoni, dirigente Unità Organizzativa Sviluppo Urbano, Housing Sociale, Promozione e Relazioni interregionali di Regione Lombardia.
Nel corso del Laboratorio sulla rigenerazione urbana di AnciLab, nell'ambito di ReteComuni, Paolo Formigoni ha delineato il quadro della situazione, sia sotto l'aspetto dei contesti fisici, alloggi e aree dismesse, sia del contesto normativo. Su quest'ultimo fronte le norme sono più che conosciute, dalle leggi regionali n. 12/2005sul governo del territorio, alla legge n. 31/2014 sul consumo di suolo e alla legge n. 16/2016 sui servizi abitativi, soprattutto per quel che concerne gli incentivi in materia urbanistica.
Per quanto riguarda il quadro dei contesti fisici, il direttore Formigoni ha illustrato la situazione degli alloggi in Lombardia in questi ultimi anni. Con riferimento al censimento del 2011, “in Lombardia” ha detto Formigoni, risultano risultano circa 4,1 milioni di abitazioni occupate da residenti, di cui 766.943 (pari al 19% circa) occupate in locazione. Negli anni successivi la percentuale di famiglie in locazione non è sostanzialmente mutata (19,3% nel 2015)”.
Altri dati significativi riguardano gli alloggi di patrimonio pubblico e gli alloggi vuoti. I dati forniti da Formigoni ci dicono che i primi sono pari a circa il 22% delle abitazioni in locazione in Lombardia, ovvero circa 168.000 unità. Le Aler possiedono circa il 63% del totale del patrimonio pubblico degli alloggi in Regione, seguite dal Comune di Milano circa 17%.
In Lombardia nel 2013 si stimano 108.790 alloggi vuoti, di cui 29.450 alloggi nuovi e 79.340 usati. Nel 2015 la stima è salita a 110.016, di cui 25.346 alloggi nuovi e 84.670 usati, molti di questi in esecuzione immobiliare. Nel 2017 si contavano circa 3500 alloggi vuoti di SAP, case popolari, in genere per carenze manutentive.
Sul fronte delle aree dismesse in Lombardia tra il 2008 e il 2010 è stato effettuato un censimento puntuale di queste arre e, ha sottolineato Formigoni, “siamo arrivati ad individuarne 745. Per quasi il 70 % si tratta di aree a destinazione industriale e/o artigianale e circa il 12% a destinazione agricola zootecnica. Percentuali minori riguradno le destinazioni turistico-ricettivo, residenziale, immobili della PA e commerciale. Complessivamente si tratta di oltre 3000 Ha”.
Come utilizzare questo patrimonio di alloggi e aree dismesse? “È indubbio che gli elementi salienti della rigenerazione siano il contenimento del consumo di suolo, il riutilizzo del patrimonio dismesso, la rigenerazione anche sociale di pezzi di città, una forte attenzione all’ambiente e alla qualità della vita, la risposta a nuove domande sociali e stili di vita” ha concluso Formigoni. “Ecco perchè parlo di scommessa, perchè la connessione tra hardware e software cui facevo cenno comporta una una politica complessa perché ha una natura multidimensionale, multidisciplinare e multiscalare. La rigenerazione si può attuare attraverso un mix funzionale e gestionale, forme di utilità sociale, forme di partenariato pubblico-privato, nuove forme di innovazione urbana, valorizzazione e/o alienazione del patrimonio pubblico, sostenibilità economica. Per fare tutto questo è necessario un nuovo ruolo dell’ente locale. L'amministrazione pubblica deve diventare intersettoriale e competente, svolgere un ruolo di facilitatore di processi e inventare nuove modalità di partenariato pubblico- privato”.
(SM)