Bilancio più che positivo per l'Art Bonus, a un anno dalla sua introduzione. Istituito dal Ministero per i Beni Culturali per favorire il sostegno alla cultura, ha realizzato 57 milioni di euro e nel 2015 i donatori registrati che l'hanno utilizzato sono stati oltre 1.500. Un risultato che si prevede ancora più positivo per il 2016, anno in cui lo sgravio fiscale sarà a regime al 65% e senza tetti.
Secondo il titolare del Mibact, Dario Franceschini, "Investire in cultura è adempiere a un principio costituzionale, ma è anche un modo per contribuire alla crescita del Paese, ma il sistema deve crederci e abbattere quelle barriere sciocche e ideologiche nel rapporto tra pubblico e privato. Bisogna collaborare integrando con le risorse private le risorse pubbliche che devono essere crescenti, facendo sistema, tramite una gestione virtuosa, perché le potenzialità del nostro patrimonio sono davvero straordinarie".
Chi ha dato, chi ha ricevuto
Il punto sull'Art bonus è stato fatto nel corso di una giornata di lavoro organizzata a Torino da Mibact, Regione Piemonte e Città del Bio. "L'Art Bonus guarda alla cultura come ad un bene del Paese e ai cittadini come suoi fruitori consapevoli - ha sottolineato Flavia Piccoli Nardelli, presidente della Commissione Cultura alla Camera -. L'incremento del pubblico dei musei italiani racconta bene la voglia di cultura degli italiani. Occorre quindi divulgare l'Art Bonus come strumento di sostegno". All'incontro erano presenti anche il sindaco di Torino Piero Fassino e l'assessore regionale alla Cultura, Antonella Parigi.
La ripartizione dei 57 milioni di euro:
1.829.402 euro sono stati erogati da persone fisiche
20.320.941 euro da enti
34.918.317 da imprese
A beneficiarne, invece, sono stati 338 enti così ripartiti:
232 comuni
40 Mibact
15 Teatri di tradizione
12 Fondazioni Lirico Sinfoniche
2 Province
1 Regione
86 Altro
Opportunità ancora da cogliere
Franceschini ha infine rimarcato: "L'Italia non ha capito ancora fino in fondo le opportunità offerte dall'Art Bonus, molti all'inizio pensavano che il provvedimento richiedesse dei regolamenti applicativi o che fosse solo un'intenzione, invece il vantaggio fiscale per i donatori è stato effettivo da subito ed è molto semplice, semmai è il pubblico a non essere preparato culturalmente e organizzativamente a recepire le donazioni, come avviene invece nel resto del mondo".
(VV)