SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA
Patrimonio forestale

Piccoli Comuni e alberi monumentali d’Italia

8 Maggio 2024
 

Agli alberi monumentali e al patrimonio forestale nazionale è dedicato il rapporto Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024, promosso da Fondazione Symbola, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Coldiretti, Fai Cisl, AMI Alberi Monumentali d’Italia.
 

Il rapporto ci porta alla scoperta delle oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, che mostra inoltre una speciale relazione tra i piccoli Comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.


Su un totale di 4287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2107 si trovano nei piccoli Comuni. Sono inoltre 1548 i Comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli Comuni.

Il Rapporto racconta anche tante storie. In Lombardia, per esempio, gli alberi monumentali censiti sono 366 di cui 82 all’interno di comuni con popolazione pari o inferiore ai 5000 abitanti. Quelli più rappresentati sono il cedro dell’Himalaya, il bagolaro e l’ippocastano. Un articolo che accompagna il Rapporto ricorda alcuni alberi famosi della nostra regione.
 

Nel piccolo Comune di Ponte in Valtellina, in provincia di Sondrio, si trova un gelso bianco secolare, conosciuto dagli abitanti del paese con il nome dialettale di “muruné”. L’albero, che si ritiene avere circa 600 anni, racconta dell’antica tradizione lombarda dell’allevamento del baco da seta, che veniva nutrito appunto con le foglie di gelso. Il gelso, che misura 10 metri in altezza e ha una circonferenza di 444 cm, deve la sua particolare forma, con una chioma irregolare costituita da tanti piccoli getti, proprio alla bachicoltura.

Nel piccolo Comune di Roncobello (Bergamo) nella valle del torrente Valsecca, laterale dell’Alta Val Brembana, c’è un abete bianco che svetta per dimensioni rispetto agli altri alberi che lo circondano. Le leggende di montagna raccontano che un giovane pastore, trovandosi davanti all’albero mentre pascolava il suo bestiame, vi incise il proprio nome. Chiamato in guerra allo scoppio del primo conflitto mondiale, il ragazzo morì al fronte e quando suo padre seppe che il lotto di abeti, tra cui quello con inciso il nome del figlio, stava per essere tagliato, si decise ad acquistare l’albero per impedirne l’abbattimento. Gli alberi attorno vennero quindi tagliati ma l’abete bianco rimase intatto e oggi, con i suoi 50 metri di altezza, si staglia maestoso sulla valle.
 

Ed è ancora la guerra, nella sua tragicità, a essere raccontata da un altro celebre albero monumentale lombardo. Si tratta del pioppo bianco di Campoferro, frazione di Voghera (Pavia), conosciuto come il pioppo della piccola vedetta lombarda, la cui storia è riportata da Edmondo De Amicis nel celebre libro Cuore. L’episodio racconta di un bambino di 12 anni che nel 1859, durante la seconda guerra di indipendenza italiana, si arrampica su un albero per segnalare ai piemontesi i movimenti degli austriaci, ma viene centrato dalle pallottole di questi ultimi morendo in seguito alle ferite. La veridicità dell’episodio, che prima si riteneva fosse soltanto frutto dell’immaginazione dello scrittore, è stata confermata nel 2009. Grazie al prezioso lavoro di ricerca di due appassionati di storia, Daniele Salerno e Fabrizio Bernini, è stato possibile identificare con certezza l’albero e dare un nome alla piccola vedetta lombarda, che si chiamava Giovanni Minoli, era nato nel 1847 e morì dopo 6 mesi per via delle ferite. Quando venne avanzato un progetto che prevedeva l’allargamento della tangenziale e il conseguente abbattimento della pianta, la popolazione locale insorse e l’albero venne salvato. Oggi il secolare pioppo bianco della piccola vedetta lombarda, con i suoi 30 metri di altezza, è visibile dalla strada che collega Casteggio, sempre in provincia di Pavia, e Voghera.

(SM)

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