E' stato pubblicato sulla versione on line di Wired, magazine dedicato a innovazione e nuove tecnologie, un interessante articolo che riprendiamo, certi che non mancherà di suscitare ampio dibattito. La firma è di Andrea Daniele Signorelli e il tema è quello del credito sociale, ovvero quella modalità con cui si intende premiare i cittadini che assumono comportamenti particolarmente virtuosi, come il pagamento delle tasse, la differenziazione dei rifiuti, l'attenzione alla salute con, per esempio, un accesso agevolato ai concorsi pubblici, o particolari forme di finanziamento. La provocazione, che poggia su esempi concreti già avviati nel nostro Paese, è questa: e se fosse una nuova strada da seguire, anche per i nostri Comuni?
A Pechino risultati scarsi e progetto lento
A dare il via a questa sperimentazione è stata, in realtà, Pechino: il progetto si chiamava "social scoring" e in sostanza raccoglieva dati sui cittadini - abitudini di shopping, pagamento delle tasse, ore di volontariato, tempo trascorso su social network e videogiochi, multe, sanzioni...Risultato? Una app che finiva con il permettere ai più virtuosi di avere benefici e agli altri....poco o niente. Al momento, non ci sono stati grandi risultati: la raccolta dei dati è complessa e la loro elaborazione procede a rilento. Intanto però, al netto delle ovvie, inquietanti questioni legate al diritto alla privacy e all'ingerenza dello stato, anche in Italia si cominciano a sperimentare approcci simili.
In Italia, le prime sperimentazioni (e proteste)
Privacy Network, associazione in difesa dei diritti digitali, ha scovato i diversi esempi che già ci sono in giro per il Paese. A Roma, per esempio, c'è lo Smart Citizen Wallet, sistema incentivante che consente di premiare i comportamenti virtuosi dei city user che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di uno sviluppo sostenibile. Una sorta di portafoglio digitale dove accumulare punti se, per il momento, si compila un questionario online o si utilizza il pagamento contactless sui mezzi pubblici che lo consentono. Dal 3 ottobre, a Bergamo, è partito un progetto che assegna “buoni-mobilità” ai cittadini che scelgono di andare al lavoro in bici: dei voucher elettronici del valore di 25 centesimi per chilometro percorso (i punti vengono assegnati tramite un kit da installare sulle biciclette che registra i percorsi compiuti e i chilometri effettuati). Poi c'è Bologna, che vuole introdurre “un sistema premiante per i cittadini virtuosi che potranno avere punteggi in base alle azioni di tutti i giorni: dall’utilizzo del trasporto pubblico fino all corretto conferimento della differenziata, tutto sarà valutato e attraverso un calcolo farà accumulare dei vantaggi al cittadino”. A Fidenza è stato “ideato un meccanismo a punti per valutare i comportamenti delle persone destinatarie degli alloggi pubblici. A esse non saranno riconosciuti solo benefici ma anche sanzioni, tra cui lo sfratto in caso di perdita di tutti i punti”. E infine c’è Ivrea, dove “viene offerta un’app per l’economia comportamentale, con la quale è possibile usufruire dei servizi cittadini”. Si riceve un premio per aver pagato le tasse in maniera regolare, per aver usato i servizi pubblici o per aver comprato nei negozi convenzionati per valorizzare l’economia locale. In cambio si otterranno degli Ivrea Coin, una moneta digitale da usare per pagare i servizi del comune.
Le considerazioni sollevate
Il giornalista si interroga su una serie di questioni: premiare i comportamenti virtuosi significa, nella maggior parte dei casi, premiare i cittadini che questi comportamenti se li possono permettere. "È facile girare in bici e comprare nel negozietto sotto casa se si è benestanti e si vive in centro; molto più complicato se si vive in periferia e si va a caccia di sconti negli ipermercati", spiega Signorelli. Invece di fornire a tutti l’accesso a infrastrutture e servizi che facilitino l’adozione di comportamenti preferibili (a partire dall’uso della bicicletta al posto dell’auto), i comuni premianoo chi si può permettere di adottarli senza difficoltà.
"A questo si aggiunge la pericolosità di uno stato (o comuni, regioni, ecc.) che adotta un atteggiamento paternalista nei confronti dei cittadini, giudicando quali sono i comportamenti migliori e quali invece viziosi in base a categorie di pensiero completamente soggettive e arbitrarie. In più, non ci si limita a punire i comportamenti illegali, ma a premiare quelli desiderati a livello istituzionale. Il tutto con un meccanismo “bastone e carota” che tratta i cittadini come fossero bambini a cui regalare la caramella perché hanno fatto i bravi. Più che un modo di coinvolgere la cittadinanza nell’attenzione alla sostenibilità e alla mobilità alternativa, sembra un modo per soddisfare una parte ben precisa di cittadinanza mentre ci si lava le mani di tutti gli altri". (VV)