SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
ASSEMBLEA NAZIONALE

Mattarella: vi attendono grandi prospettive e decisioni impegnative

9 Novembre 2021
 

Riportiamo di seguito, per chi non avesse avuto la possibilità di seguirlo in diretta sui canali di comunicazione di Anci, un estrato dell'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla XXXVIII Assemblea Nazionale di Anci. L'intervento integrale è disponibile in allegato.


Rivolgo un saluto caloroso ai sindaci qui presenti e, loro tramite, a tutti gli amministratori locali d’Italia, a tutti i consiglieri comunali.
La dedizione quotidiana dei sindaci è stata decisiva per far fronte sul campo, unitamente all’impegno degli operatori sanitari, alla crisi che il nostro Paese ha dovuto affrontare con la pandemia. Una prova difficile, in tanti momenti drammatica, che ha evidenziato la capacità di coesione della nostra società. Desidero, in questa sede, esprimere un ricordo e rivolgere un pensiero di riconoscenza agli amministratori locali che hanno perduto la vita a fianco dei loro concittadini colpiti dal virus.
Abbiamo dato dimostrazione di saggezza e volontà di ripresa. E’ stato fatto un grande lavoro. Occorre adesso prevenire e contrastare le ulteriori, pericolose insidie, che provengono dai nuovi contagi. Il tempo della responsabilità non è ancora concluso.
Soprattutto grazie ai vaccini – e grazie al senso di responsabilità e al rispetto degli altri e delle regole manifestati dalla quasi totalità dei nostri concittadini - siamo riusciti a superare il tornante più impervio, abbiamo riconquistato importanti spazi di normalità, di libertà, e siamo incamminati su un percorso nuovo dove si può tornare a progettare, a costruire, a operare per un futuro migliore anche rispetto a quello che si presentava prima della comparsa della pandemia, come dimostra l’andamento della nostra economia.
Le istituzioni comunali hanno dato risposte a persone e imprese, a famiglie e ad attività economiche in affanno, e adesso le stanno accompagnando nella ripartenza, avendo presenti squilibri antichi che si sono aggravati e nuove linee di frattura che sono comparse.
I Comuni hanno contribuito a una risposta delle istituzioni e del Paese, una risposta che è divenuta nei mesi sempre più convergente.
Non era scontato. Di questa leale collaborazione è giusto dare atto ai sindaci, all’Anci. La solidarietà si è dimostrata, oltre che un valore civile di primaria grandezza,
una forza essenziale per progredire. Preziosa si è dimostrata l’articolazione istituzionale italiana, con le sue tradizioni
municipali. I Comuni, le Regioni, le Province, i diversi territori, le espressioni sociali, i corpi intermedi, le piccole e medie imprese accanto alle più grandi, l’associazionismo e il volontariato.
Siamo stati colpiti più duramente di altri nella prima fase della pandemia, ma la nostra ricca conformazione sociale si è espressa positivamente nell’azione comune e sta prevalendo.

Trasformare le opportunità in occasioni per migliorare il modello sociale
Non possiamo rimuovere le cautele, perché abbiamo oggi davanti a noi opportunità inedite e potenzialità, che hanno acquisito caratteri di concretezza grazie anche a scelte europee di alto valore politico.
Dobbiamo essere in grado di trasformare le opportunità in realizzazioni capaci di migliorare il nostro modello sociale, di accelerare nelle transizioni ecologica e digitale, di offrire alle generazioni più giovani una società non compromessa da ipoteche insostenibili.
Dopo essere stati tra gli artefici della resilienza, ora i Comuni sono chiamati ad assumere responsabilità non meno importanti nel Piano nazionale di ripresa.
Il senso del titolo scelto per l’assemblea di quest’anno: “Rinasce l’Italia. I Comuni al centro della nuova stagione” sembra confermare che le municipalità sono ben consapevoli delle responsabilità che loro competono.
Quote consistenti dei progetti inseriti nel PNRR – come ha sottolineato il presidente Decaro - sono assegnati a Comuni e Città metropolitane. Si tratta di progetti di grande rilievo da cui possono dipendere un miglioramento della qualità del vivere, una spinta alla modernizzazione del Paese, una crescita sia nella capacità di competere sia nell’esercizio dei diritti. Quando si affrontano temi come la sostenibilità sociale e ambientale, lo sviluppo digitale, i piani urbani, le misure per le aree interne, le implementazioni delle infrastrutture materiali e immateriali, i Comuni devono essere anche essi protagonisti di un processo in cui si legano innovazione ed equità.
La tradizione autonomistica in Italia non ha mai ceduto alla tentazione di avere un connotato dissociativo. Al contrario, si è sempre manifestata come fattore di coesione, nel senso che la responsabilità verso l’intera comunità comincia dalle sue radici.
Non possiamo vanificare la grande opportunità che si presenta avanti a noi. È la nostra priorità. Ad essa vanno subordinati interessi parziali. Come ha detto il presidente De Caro “non ci sarà un’altra occasione”.
Il PNRR è occasione significativa per riprogettare il Paese, per il cambiamento, per ridurre ed eliminare i divari tra realtà urbane e zone rurali, per mettere in valore risorse come quelle montane, da tempo esposte al declino. È una sfida difficile che ci costringe a ripensare modelli di vita, distribuzione e accesso ai servizi, dopo decenni in cui la spinta al risparmio di risorse pubbliche, ha inciso profondamente e non sempre raggiungendo gli obiettivi.


Attenzione ai sintomi di disaffezione
La Repubblica si nutre delle esperienze delle comunità raccolte nelle autonomie che la animano. Anche per questo, va rivolta particolare attenzione ai sintomi di disaffezione che talvolta si manifestano.
La soluzione non consiste in una ulteriore verticalizzazione della vita politica bensì, al contrario, con pazienza, nell’ampliamento delle istanze di partecipazione dei cittadini, a tutti i livelli.
Non ci si deve disorientare di fronte alle difficoltà. Non ci si deve rassegnare a quella che può apparire indifferenza verso la cosa pubblica.
Occorre recuperare il consapevole coinvolgimento dei cittadini. E vorrei suggerire cautela nel ricorrere a misure che sembra possano ovviare a difficoltà momentanee e che, tuttavia, inciderebbero sui modelli di partecipazione democratica, accettandone la riduzione di livello.
La democrazia è la base della vita della Repubblica: se si indebolisce nella vita dei Comuni – come di ogni livello istituzionale – ne risente l’intera società.
I Comuni sono sempre stati ambiti decisivi della vita democratica del Paese e luoghi della sua crescita.
L’Anci, anche nelle sue articolazioni regionali, ha sempre dimostrato di avere uno sguardo di prospettiva, di non nutrire mere logiche rivendicazionistiche, per essere, piuttosto, capace di puntare ad offrire un modello positivo per l’intera società nazionale.
È questo il contributo che, ancora una volta, gli amministratori locali possono dare, unendo fra loro l’impegno per dare vita concreta a un Piano di ripresa efficace e quello per la partecipazione dei cittadini.
Il ruolo delicato e centrale di sindaci e amministratori di ogni Regione attira purtroppo, talvolta, minacce che, con preoccupante frequenza, provengono da ambienti malavitosi e da violenti.
Queste minacce a chi con impegno serve la propria comunità costituiscono un’aggressione alla nostra democrazia e vanno severamente contrastate.


Una stagione di grandi prospettive e decisioni impegnative
In queste ultime settimane manifestazioni non sempre autorizzate hanno tentato di far passare come libera manifestazione del pensiero l’attacco recato, in alcune delle nostre città, al libero svolgersi delle attività. Accanto alle criticità per l’ordine pubblico, sovente con l’ostentata rinuncia a dispositivi di protezione personale e alle norme di cautela anticovid, hanno provocato un pericoloso incremento del contagio.
I sindaci, indipendentemente dalle loro appartenenze, si sono trovati ancora una volta in prima fila e hanno saputo schierarsi in difesa della sicurezza e della salute dei propri concittadini.
Le forme legittime di dissenso non possono mai sopraffare il dovere civico di proteggere i più deboli: dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo combattono.
E in ogni caso atti di vandalismo e di violenza sono gravi e inammissibili e suscitano qualche preoccupazione, sembrando, talvolta, raffigurarsi come tasselli, più o meno consapevoli, di una intenzione che pone in discussione le basi stesse della nostra convivenza.
Davanti a noi si presenta una stagione di grandi prospettive e di decisioni impegnative.
I Comuni ne saranno certamente un motore. La Repubblica ha fiducia nella propria capacità di uscirne più forte. Buon lavoro. Buona assemblea.

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