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Ambiente

Una campagna contro l’abbandono dei piccoli rifiuti

23 Luglio 2020
 

Mozziconi di sigarette, fazzoletti, scontrini e qualsiasi altro rifiuto di piccole dimensioni abbandonati in spazi pubblici come strade, piazze, parchi, spiagge e boschi. Un fenomeno assai diffuso che ha un nome specifico, littering.



Lo spiega bene il sito della Onlus Save the Planet che ha condotto un sondaggio, in collaborazione con JTI Italia (Japan Tobacco International Italia) e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, per lanciare la campagna di sensibilizzazione #IoLaButtoLi.

 


Obiettivo del sondaggio Quanto Sei Green Quando Esci? è stato misurare la percezione del fenomeno littering e valutarne l’impatto sul giudizio dell’opinione pubblica in Italia. Solo 3 persone su 10 sanno cosa è il littering, che, una volta spiegato, è percepito negativamente da 9 persone su 10.

 

 

Dai dati emerge che sono i giovani i più intolleranti all’abbandono dei rifiuti per strada, negli spazi naturali o nelle aree pubbliche con il 44% corrispondente alla fascia 18-34 anni, rispetto al 33% dei 35-44 e al 23% dei 55-65 anni. Di questo primo cluster, il 52% riguarda la Generazione Ztra i 18 e i 24 anni, con una netta rappresentanza al femminile (71%) e una propensione alle buone condotte che non si limita al solo rispetto individuale delle regole per il corretto smaltimento dei rifiuti. Sono coloro che, nel 99% dei casi rilevati, se si trovano una cartaccia tra le mani la tengono in tasca fino a quando non hanno la possibilità di smaltirla correttamente, spesso (quasi la metà delle volte) addirittura fino a casa. Non solo, sono i 18-24enni a dichiarare di intervenire se vedono qualcuno gettare cartacce per terra, andando dal responsabile per redarguirlo.


 

Per il 64% dei Post Millenials si tratta di una questione di non curanza delle conseguenze ecologiche e ambientali, la restante parte si divide tra mancanza di educazione civica (21%) e poco rispetto per il decoro urbano (15%). A ciò si lega un sentimento di prevalente disillusione, almeno tra i più giovani, riguardo la speranza di superare il problema con l’impegno personale: se per una discreta metà di tutto il campione preso in esame (46%) il littering è una questione risolvibile con l’impegno del singolo, per i 18-24enni è una cosa impossibile da pensare. Ciononostante, il 54% di questi confida in una maggiore presa di coscienza a lungo termine, grazie a percorsi di responsabilizzazione e sensibilizzazione, soprattutto legati alle regole di civiltà in generale. Bocciate sanzioni e punizioni: solo il 3% di tutto il campione crede che sia utile mettere le mani in tasca ai cittadini per non vedere più spazzatura in città o al mare.

 

 

Nella classifica dei rifiuti più intollerabili c’è certamente la plastica, più nello specifico le bottigliette (21%, dato che però potrebbe potenzialmente aumentare se si considera plastica anche una parte di quel 15% che ha indicato l’imballaggio di cibo da asporto). Al secondo posto, una new entry palesemente legata al momento di emergenza sanitaria che il mondo sta attraversando, ovvero le mascherine di protezione, con il 20% a cui non si può non considerare direttamente legato l’8% che vede nei guanti in lattice un rifiuto intollerabile da trovare sulla propria strada. Chiudono la classifica mozziconi di sigarette (16%), le cartacce (8%), i chewing gum e il vetro, entrambi con il 6%.

Sul luogo in cui è più percepito il fastidio di trovare questo genere di rifiuti, sono spiagge e montagna (91%) a staccare, e di tanto,marciapiede (6%) e parchi (3%).


All’iniziativa è dedicato anche il sito ufficiale, realizzato per informare e promuovere le abitudini virtuose anti-littering sia in spiaggia, sia in città, o al parco.

(SM)

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