La crisi sanitaria ed economica causata dal coronavirus significa anche crisi finanziaria dei Comuni. Una crisi che pesa in modo più marcato sui piccoli e medi Comuni turistici le cui entrare dipendono molto, direttamente o indirettamente, dai flussi turistici.
Per far fronte alla situazione, un nutrito gruppo di Sindaci ha firmato un appello, e invitano altri amministratori a farlo, “per salvare i gioielli turistici d’Italia”. Fra i primi firmatari c’è un solo Sindaco lombardo, Marco Ghitti di Iseo (Brescia).
Scrive nell’appello il suo estensore, il Sindaco di San Giminiano (Firenze), Andrea Marrucci: “Con le nostre eccellenze siamo volano per interi distretti turistici, vallate e comprensori, generando ricchezza e indotto anche oltre i nostri confini comunali”.
Ricchi di storia, arte e tradizioni, in alcuni casi inseriti fra i patrimoni mondiali dell’Umanità, in altri luoghi di eccellenza nell’agroalimentare, questi piccoli Comuni turistici sono “in ginocchio. Le nostre entrate sono ai minimi, è a rischio la tenuta sociale ed economica dei nostri territori, tanto da minacciare gli stessi servizi essenziali. Sappiamo già che non troveremo nei nostri bilanci le risorse per far fronte alla riduzione delle entrate di parte corrente, che vanno dal 20% fino al 50% in alcuni casi. Troppo esigui i nostri bilanci, troppo esigue le nostre unità di personale”.
Fra le principali richieste contenute nell’appello i Comuni chiedono l’istituzione di un fondo per tutte le città turistiche, risorse o strumenti per gli investimenti in manutenzione del patrimonio architettonico, monumentale ed artistico, rinvio del metodo di calcolo Arera e norme speciali per l’abbattimento dei costi della Tari.
Qui dove poter sottoscrivere l’appello.
(SM)