Un progetto di rigenerazione urbana si caratterizza per una certa complessità. Due in particolare gli aspetti di questa complessità: la multidisciplinarietà e le diverse scale di intervento. Il tema è stato affrontato da Filippo Dadone, Direzione Generale Territorio, Urbanistica, Difesa del Suolo e Città Metropolitana di Regione Lombardia. Occasione il Laboratorio sulla rigenerazione urbana di Ancilab, UrbanLab2018, che rientra nell’ambito delle iniziative di ReteComuni.
“Multidisciplinarietà”, ha precisato Dadone, “perché un progetto di rigenerazione comporta prendere in considerazione aspetti urbanistici, sociali, ambientali, paesaggistici, di sicurezza e qualità urbana e di vita. Per quanto riguarda le diverse scale di intervento si passa dagli spazi pubblici agli edifici, dai quartieri ai sistemi di aree, dai territori periurbani agli spazi aperti, dalle aree residuali o marginali a quelle degradate”.
Altro elemento caratterizzante un progetto di rigenerazione urbana è, come ha sottolineato il dirigente regionale, l’approccio, ovvero “l’individuazione dei principali ostacoli e le possibili misure di incentivazione attraverso confronti fra le diverse amministrazioni, locali e sovra locali, gli enti di controllo, le associazioni di impresa, gli istituti di ricerca e gli operatori privati”.
Definite le caratteristiche principale, Filippo Dadone ha indicato, nel suo intervento, “5 azioni fondamentali per una strategia regionale per la rigenerazione urbana”. Va detto, tuttavia, che l’approccio strategico delineato è applicabile a tutti i livelli della P.A. Queste le azioni: conoscere, progettare, semplificare, incentivare e supportare.
La conoscenza del contesto territoriale è oggi favorita da strumenti da tempo operativi e messi a disposizione dalla Regione, come per esempio il sistema digitale E015.
Per quanto riguarda la progettazione, atteso che esistono diverse scale di intervento, da quella locale a quella regionale, Filippo Dadone ha posto l’accento sulla necessità di attivare “azioni di rigenerazione territoriale grazie a processi di co-pianificazione tra gli enti, utilizzando gli strumenti esistenti, già avviati in alcune realtà come per esempio il territorio della Franciacorta”.
Su queste aree di rigenerazione sono attualmente in fase di approfondimento procedure agevolate e semplificate. Non è pensabile che sul territorio regionale esistano diversi approcci per quanto riguarda, per esempio, i parametri edilizi, quali distanze e altezze, o la classificazione degli interventi edilizi. “In Regione”, ricorda Dadone, “si stanno studiando approcci che possano essere utilizzati in ogni parte del territorio regionale. Per esempio un regolamento edilizio tipo statale, o linee guida per valutazioni economiche, definizione costi ed extra oneri”. Sono elementi già previsti nella normativa regionale, dalla legge n. 12 del 2005 alla legge n. 31 del 2014 sul consumo di suolo.
Sul fronte dell’incentivazione, Filippo Dadone ha posto l’Accento su numerosi elementi. Fra questi ci sono sembrati interessanti due elementi: “orientare bandi di finanziamento esistenti verso la rigenerazione e supportare i Comuni nel reperimento di finanziamenti dedicati”. Supportare i Comuni anche attraverso un percorso formativo per figure di supporto ai processi di rigenerazione urbana.
Questo in sintesi quanto indicato dal dirigente regionale, che ha tuttavia tenuto a ricordare che Regione Lombardia con le recenti elezioni ha visto un cambio al vertice politico che potrebbe essere il preludio a cambiamenti organizzativi.
(SM)
