SEZIONE: TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
CRESCITA

Il digitale che funziona dappertutto. Tranne che nella PA.

20 Febbraio 2018
 

Perchè di fatto siamo tutti entrati nell'era digitale - cittadini, aziende, organizzazioni - e nella Pubblica Amministrazione siamo ancora alla preistoria? Se lo chiedono, in una riflessione riportata da Agenda Digitale, Moira Benelli, responsabile servizi e tecnologie e Agenda Digitale, ANCI, Luca Della Bitta, presidente Commissione Innovazione Tecnologica ANCI, Sindaco di Chiavenna e presidente Provincia di Sondrio e Benedetta Squittieri, responsabile del gruppo di lavoro ANCI sulla Banda Larga, Assessore Comune di Prato. Che osservano: "Lo sviluppo delle tecnologie ha profondamente cambiato la nostra società e lo stile di vita delle persone, i poteri pubblici non possono più sottrarsi dall’impegno di trasformare profondamente la Pubblica amministrazione, la PA digitale e la realizzazione dei servizi innovativi fissati nell’agenda digitale non sono rinviabili". Da qui l'inevitabile domanda: affinché si possa realmente parlare di innovazione e Amministrazione digitale cosa occorre?
"Sicuramente non è un problema di tecnologie. Indubbiamente non c’è bisogno di nuove regole, anzi bisogna concentrarsi sulla semplificazione delle esistenti, a partire dal Codice degli appalti che così come è ha di fatto reso inapplicabile il modello di partnership pubblico-privata.
Il vero problema è riuscire a passare dai Piani, dalle Strategie alla effettiva realizzazione".


Come diffondere il digitale nei Comuni
"Abbiamo un serio problema di execution, per questo Anci ritiene necessario prevedere per ogni intervento pubblico delle misure di accompagnamento a tutti i livelli, ma in particolare per gli enti locali, che hanno maggiori difficoltà nell’adeguarsi ai grandi Piani nazionali. E bisogna investire sulla formazione e sulle competenze digitali, sia per accrescere le competenze del comparto pubblico, sia per educare i cittadini e le imprese al dialogo digitale con la PA. Altrimenti si rischia di investire molto su una bella macchina che pochi sono in grado di guidare, creando nuovi divari".
In una situazione già di per sè critica, i Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti sono ancora più complessi, da trattare: costituiscono circa il 70% dei Comuni italiani e sono la parte più “debole” e meno supportata nel percorso di digitalizzazione e attuazione dell’agenda digitale.
Hanno scarse risorse di personale, non adeguate dal punto di vista professionale, ed esigue risorse finanziarie. "Bisogna pensare subito ad azioni concrete da mettere in campo per accelerare l’inclusione anche del più piccolo e disagiato ente locale al modello italiano di Agenda Digitale, perché il modello è ambizioso e deve fare i conti con una realtà locale eterogenea sotto diversi aspetti: infrastrutturali, culturali, territoriali, demografici, ecc...".


La proposta di modelli scalabili
"
Le nostre esperienze dirette con piccoli Comuni dimostrano le difficoltà che si incontrano già solo nel conoscere tutti gli adempimenti da attuare, figuriamoci nel metterli in pratica o peggio nell’immaginare modalità innovative di servizio al cittadino. Per questo è necessario definire dei modelli scalabili, che promuovano un modello aggregativo di servizio tra enti limitrofi o omogenei, in collaborazione con tutte le Istituzioni, e che tengano conto delle diverse esigenze locali. Sul territorio ci sono già Comuni medio-grandi che si sono attivati per fornire servizi ai Comuni della cintura: partiamo da queste esperienze per replicare il modello".


Sulla stessa linea si è espressa Flavia Marzano, Assessore a Roma semplice: “Credo siano tre i principali punti da porre in priorità per chi governerà, a cui è richiesta una forte consapevolezza della strategicità del tema del digitale”:
    •    competenze digitali – nell’ottica di colmare il più possibile il divario digitale tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, in modo parziale o totale, è necessario investire in un programma nazionale di formazione sulle competenze digitali sia per i cittadini, sia per il Personale della PA. È importante allestire nei territori presìdi permanenti di supporto in cui i cittadini possano essere formati e assistiti almeno sull’utilizzo di Internet e l’uso dei servizi on line.
    •    trasparenza e accountability – è necessario consentire ai cittadini di essere informati con facilità sui risultati delle azioni politiche intraprese e poter consultare on line lo stato di avanzamento dei più importanti punti del programma elettorale.
    •    software libero – per favorire l’indipendenza dai fornitori, la sicurezza e l’accessibilità al patrimonio informativo pubblico, è importante per le Pubbliche Amministrazioni adottare il più possibile soluzioni a codice sorgente aperto
 

Banda ultra larga nei Comuni - a che punto siamo
Connettere i territori è certamente una priorità: il Piano Banda Ultra Larga costituisce una delle principali politiche industriali attualmente in essere nel Paese, con un investimento di risorse pubbliche pari a circa 7 miliardi di euro che consentirà a tutti i Comuni, nessuno escluso, di essere raggiunto dalla rete: oltre alle grandi e medie città oggetto dei piani a investimento privato degli operatori, gli interventi per la costruzione della rete pubblica nelle aree a fallimento di mercato riguarderanno oltre 7.300 Comuni. "Tuttavia ad oggi gli amministratori locali, e in special modo quelli provenienti dalle aree con maggiori livelli di digital divide, fanno fatica a pianificare uno sviluppo territoriale basato sulle potenzialità del digitale, anche alla luce della scarsezza di mezzi finanziari e di personale di cui dispongono. È, quindi, essenziale una forte azione di sensibilizzazione e informazione verso le amministrazioni locali sulle modalità di attuazione della Strategia BUL e in generale sull’evoluzione digitale, perché una maggiore conoscenza consentirà ai Comuni, attori fondamentali nella realizzazione del Piano BUL, di comprenderne appieno le potenzialità, migliorando la relazione ente-operatori TLC in un’ottica di semplificazione e maggiore collaborazione". (VV)

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