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Innovazione

Smart Lighting: lo stato dell'arte secondo il Politecnico

26 Settembre 2016
 

E’ stata presentato al Politecnico della Bovisa Il rapporto sullo stato dell’arte dello Smart  Lighting in Italia frutto del lavoro dello Smart Energy Group della facoltà di ingegneria. 
I contenuti del rapporto fotografano una situazione ancora in forte evoluzione per quello che riguarda il mercato dei nuovi corpi illuminanti. In pratica la ricerca evidenzia che il mercato sta sostituendo ancora i vecchi illuminanti a incandescenza con i nuovi a led e questo passaggio si concluderà solo nel 2020 (2026 per la PA). Più sfumato il ricorso in occasione della sostituzione di applicazioni smart che i nuovi corpi luminosi rendono possibile. In pratica il rapporto evidenzia che per il tipo di operatori coinvolti (grande ricorso al fai da te senza coinvolgere operatori che quando sono coinvolti sono comunque spesso elettricisti e non professionisti o Esco), e per la cultura aziendale italiana la gran parte del rinnovamento del parco illuminante avviene per motivi di risparmio (come è stato testimoniato dagli operatori che hanno partecipato al dibattito che ha seguito la presentazione) e non per motivazioni legate all’ammodernamento tecnologico o a nuove funzioni. Lo smart si scopre solo in un secondo momento

E questo è, per quello che riguarda la Pa, legata a vincoli di bilancio strettissimi, ancora più vero. 
Non solo. Nel dibattito che ha seguito la presentazione del rapporto sono state individuate delle criticità nel rapporto con la Pa legate alla messa a norma degli impianti di illuminazione che in molte realtà non funzionano o funzionano male lasciando grandi zone sopra o sotto illuminate (e se sulle prime si può intervenire generando un risparmio, la messa a norma delle seconde comporta un aggravio delle spese)   

Dunque un mondo a due velocità. Un mondo che sta diventando digitale connesso tramite wifii dove è possibile inserire le temperature di colore delle luci aumentando la propensione di acquisto delle proprie merci o controllare un punto luce a 360 gradi per quel che riguarda il comparto industriale e commerciale. 
Un mondo che sta ancora decidendo quali sono i servizi di base e soprattutto come reperire le risorse per ammodernare e, in molti casi purtroppo, per metter a norma gli impianti. 
Nonostante queste problematiche però sono stati sottolineati alcuni strumenti per mettere in grado la Pa di colmare il gap nell’illuminazione: da un lato il project financing e dall’altro la share economy, Quest’ultima permette l’utilizzo di infrastrutture  tecnologicamente avanzate in condivisione tra l’ente pubblico e fornitori di servizi privati (si pensi alla telefonia o alla trasmissione dati) a fronte di un canone che consente all’amministrazione di abbattere i costi per l’ammodernamento. (AC)

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