Nel corso del convegno di presentazione del Report Smart City 2015, realizzato e organizzato da Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, sono stati evidenziati alcuni esempi di città intelligenti in Europa. Fra i progetti più significativi vi è quello di Amsterdam (800mila abitanti), sviluppato in base a un modello di business organico.
Il progetto prende le mosse da due documenti politi del 2009 con cui la città si è posta l’obiettivo di:
- ridurre del 40% le emissioni di CO2 nel 2025, rispetto ai livelli del 1990;
- ridurre del 75% le emissioni di CO2 entro il 2040.
A seguito di questi documenti è stata creata la piattaforma Amsterdam Smart City che nel 2013 si è dotata di una propria governance composta da oltre 70 soggetti diversi. Ne fanno parte Enti pubblici (il Comune e l’Autorità portuale), Istituti di credito, fornitori di tecnologie e servizi, utilities e Università ed enti di ricerca.
La piattaforma, avviata nel gennaio 2010, ad aprile dello stesso anno aveva sviluppato una road map e tra il 2010 e il 2011 aveva implementato 20 progetti pilota, cui sono seguiti, a partire dal 2012, 37 progetti su larga scala. Nei progetti sono state utilizzate tutte le tecnologie che, come ricordano i ricercatori, connotano la Smart City, in primis quelle relative alla produzione, gestione e utilizzo efficiente dell’energia.
La principale forma di finanziamento dei progetti è il Partenariato Pubblico-Privato che copre circa il 55% degli investimenti. Il restante è suddiviso tra finanziamenti pubblici nazionali (18%) e finanziamenti europei (27%).
I risultati non si sono fatti attendere e Amsterdam, secondo il Liveability Ranking 2014 dell’Economist, è la seconda città al mondo e la prima in Europa per qualità della vita.
(LO)