Stando a una statistica presentata da Istat a inizio novembre, degli oltre 22mila centenari residenti in Italia al 1° gennaio 2024 oltre 3mila vivono in Lombardia, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna che ne contano oltre 2mila.
Stesso discorso per i semi-supercentenari (con almeno 105 anni di età) che si concentrano in Lombardia con più di 100 residenti, quindi in Emilia-Romagna e Veneto con oltre 60 individui.
“In termini relativi la rappresentazione territoriale della popolazione centenaria cambia”, evidenzia la nota di Istat. “La Liguria, infatti, è la regione con la concentrazione più elevata di centenari, 61 ogni 100mila residenti, seguita dal Molise (58) e dal Friuli Venezia-Giulia (54). La Lombardia con un valore del 34 per 100mila si posiziona nelle ultime posizioni, anche al di sotto del valore nazionale (38 per 100mila)”.
A livello nazionale, come detto, i centenari residenti in Italia sono 22.552, l’81% dei quali di sesso femminile. Considerando che al 1° gennaio 2014 i centenari erano 17.252, la crescita in un solo decennio è stata di oltre il 30%. Alla stessa data, i residenti con almeno 105 anni di età sono 677. Questi ultimi registrano una netta diminuzione rispetto ai 1.047 individui rilevati nel 2020 (picco raggiunto dall’inizio della rilevazione). Il rapporto di genere tra i semi-supercentenari è fortemente sbilanciato a favore delle donne: sono infatti 600, pari all’89% del totale, contro 77 uomini (11%). Al 1° gennaio 2024 i residenti che hanno raggiunto e superato la soglia dei 110 anni (supercentenari) sono 21. A conferma di una maggiore longevità femminile soltanto uno di essi è di sesso maschile.
La rilevazione dell’Istituto di statistica rileva che tra il 2009 e il 2024 sono 8.521 i residenti che hanno superato i 105 anni di età, di cui 7.536 donne (88%) e 985 uomini (12%). I nomi di battesimo più diffusi sono Giuseppe per gli uomini e Maria per le donne, seguiti da Antonio e Rosa al secondo posto e Giovanni e Anna al terzo.
All’inizio del 2024 la persona più anziana è una donna residente in Emilia-Romagna, a ottobre di quest’anno ha potuto tagliare il traguardo dei 114 anni di età. Tra gli uomini, il più anziano vivente al 1°gennaio 2024 era un individuo residente in Molise di 110 anni di età, successivamente scomparso nel corso dei primi mesi dell’anno. A fine ottobre il ‘nuovo’ decano risiede in Basilicata e ha anch’egli superato i 110 anni. Rimangono, pertanto, ancora imbattuti i record assoluti di longevità maschili e femminili italiani, rispettivamente detenuti da Antonio Todde (residente in Sardegna) deceduto nel 2002 poche settimane prima di compiere 113 anni e soprattutto da Emma Morano (residente in Piemonte) deceduta nel 2017 all’età di 117 anni che, finché in vita, aveva ottenuto il primato di donna contemporanea più longeva al mondo. Oggi tale record è detenuto a livello mondiale da John Alfred Tinniswood, cittadino inglese, tra gli uomini (112 anni di età) e da Tomiko Itooka, cittadina giapponese, tra le donne (116 anni). In assoluto, da quando esiste una documentazione ufficialmente riconosciuta a livello internazionale, la donna più longeva della storia è stata Jeanne Calment, cittadina francese deceduta nel 1997 all’età di 122 anni. L’uomo più longevo, invece, è stato Jirōemon Kimura, cittadino giapponese deceduto nel 2013 all’età di 116 anni.
In riferimento alla tipologia di residenza, fra i centenari predomina la quota di coloro che vive in famiglia (89,4% nella classe 100-104 anni; 89,5% fra i 105+ anni) rispetto a chi risiede in una convivenza istituzionalizzata. Fra i supercentenari la quota di chi vive in famiglia sale al 96,7%, il che può dipendere sia da una carenza di strutture specializzate nell’assistere persone super longeve sia dal fatto che la famiglia possa costituire un fattore di protezione laddove si abbia necessità di cure e attenzioni personalizzate che solo un ambiente familiare può offrire.
(SM)