Si è concluso il ciclo di incontri organizzato da Anci Lombardia e AnciLab rivolto prevalentemente ai Comuni con meno di 5000 abitanti per far conoscere e rendere praticabili le Comunità energetiche rinnovabili (Cer).
L’argomento è al centro di un costante dibattito e le Cer vengono ormai viste come la soluzione più rilevante ai problemi di crisi energetica e conseguente caro-bollette, di povertà energetica e di degrado ambientale.
Gli amministratori locali sono piuttosto preparati sul tema, come hanno dimostrato gli incontri si sono tenuti a Bergamo, Brescia, Calvatone, in provincia di Cremona, Colico, in provincia di Lecco, e Varese, sedi scelte proprio per l’ampia presenza di Piccoli Comuni. Ce lo confermato Fabio Binelli, Coordinatore del Dipartimento Servizi Pubblici Locali, Ambiente, Politiche Agricole e Green Economy di Anci Lombardia, e Andrea Ottonello, Responsabile progetto Cer di AnciLab, che, insieme a Emiliano Lottaroli, Sindaco di Turano Lodigiano, dove da un anno è operativa Solisca, la prima Cer lombarda, hanno illustrato agli oltre 60 partecipanti tutte le questioni legate alla realizzazione di una Cer, comprese le novità normative in itinere. E proprio il quadro legislativo in divenire pone una serie di dubbi e perplessità che gli incontri hanno cercato di affrontare.
La platea dei partecipanti ha visto in prevalenza la partecipazione di amministratori locali, in molti casi accompagnati dai tecnici comunali, ma anche di associazioni e tecnici esterni al Comune. Una platea abbastanza eterogenea, “ma non sprovveduta, ben informata e in molti casi già avanti nelle valutazioni preliminari alla realizzazione di una Cer” ci dice Ottonello. Per questo, aggiunge Binelli, “abbiamo sviluppato gli incontri con una logica laboratoriale, affrontando aspetti concreti e approfondendo le tematiche che più interessano. Utile la presenza del Sindaco Lottaroli, che da amministratore ha reso più diretto il dialogo con i colleghi presenti”.
Nonostante fossero presenti Comuni che hanno già avviato il precorso di costituzione di una Cer, gli argomenti più discussi hanno riguardato le norme sui componenti della Comunità, la forma giuridica, il tipo di fonte energetica e soprattutto le forme di incentivazione.
Sulla forma giuridica, per esempio, sono state presentate le due più ricorrenti, la cooperativa e l’associazione ed è emersa la maggiore complessità dell’iter amministrativo della prima rispetto alla seconda.
Altro tema, il tipo di fonte energetica. Prevale il fotovoltaico, anche perché gli incentivi fanno riferimento all’energia elettrica. “In alcune zone, per esempio quelle montane, avrebbe spazio il ricorso alle biomasse legnose e in altre zone alla geotermia. Queste fonti tuttavia” ci dice Binelli, “sono destinate soprattutto al calore, al teleriscaldamento, per esempio, che non è soggetto a incentivi. Sul fronte elettrico si potrebbe ricorrere all’idroelettrico o all’eolico, ma si tratta di impianti piuttosto costosi”.
L’argomento più dibattuto è stato quello delle forme di incentivazione, alla luce di quanto stabilito dal decreto ministeriale, attualmente sottoposto all’esame dell’Ue. Il decreto sembra non consentire la sovrapponibilità tra contributo per l’investimento e incentivo tariffario. Ci dice Binelli: “Nel caso in cui il contributo pubblico in Conto Capitale per realizzare un impianto fotovoltaico superi il 40% dell’investimento, non si ha diritto all’incentivo tariffario. Così accade che un Comune che, sulla base di altre norme passate volte a favorire il passaggio a fonti rinnovabili, abbia ottenuto di coprire in toto l’investimento, possa conferire l’impianto nella Cer, ma non possa ottenere benefici sulle tariffe”.
Si è parlato anche di Pnrr, i cui bandi verranno in essere con la definitiva approvazione del decreto. Anche in questo caso sono sorte perplessità. “Sembra che i bandi siano a sportello”, sottolinea Binelli, “per cui chi primo arriva si accomoda. In questo caso sarebbero favoriti i progetti presentati da privati, che possono più rapidamente costituire una Cer, mentre per i Comuni l’iter sarebbe più lungo”.
Dunque, sebbene molti Comuni abbiano avviato il percorso per costituire una Cer, restano ancora punti da risolvere. “Soprattutto” ci dice Binelli, “per quel che riguarda il futuro. È necessario sviluppare strumenti per dare continuità e rafforzare nel tempo le Cer. L’esperienza di Turano Lodigiano evidenzia il grande impegno dell’amministrazione comunale per far funzionare la Comunità, in particolare per trasferire ai cittadini la consapevolezza di essere i primi responsabili del funzionamento. La presenza del Comune in una Cer è di certo una garanzia, soprattutto per le finalità sociali e ambientali che essa deve perseguire, ma proprio perché si tratta di una comunità è necessario l’impegno di tutti coloro che vi aderiscono. Ecco perché stiamo pensando ad altri incontri che affrontino proprio il tema della continuità. Anci Lombardia e AnciLab possono fornire un supporto, individuando percorsi di rafforzamento, come per esempio la costituzione di reti di Comunità energetiche, che abbiano ricadute positive sugli aspetti sociali e ambientali, obiettivi di fondo di una Cer”.