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BUONE PRATICHE

Turismo: e se a gestirlo fosse un'app?

21 Febbraio 2022
 

Al via la prima piattaforma web per ottimizzare i flussi turistici in Emilia-Romagna che consentirà ad amministratori e operatori locali di organizzare al meglio le attività giornaliere ed evitare sovraffollamenti in caso di afflussi straordinari a particolari eventi. La piattaforma è stata realizzata nell’ambito del progetto di ricerca industriale Polis-Eye, finanziato dalla Regione e dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e coordinato da GeoSmart Lab, in collaborazione con ENEA (Laboratorio CROSS-TEC del Centro Ricerche di Bologna), le università di Bologna, Ferrara e Modena-Reggio Emilia ed altre  istituzioni e imprese del territorio. “Con questa prima piattaforma digitale di supporto alle decisioni in campo turistico offriamo ad amministratori e operatori locali uno strumento per garantire qualità e sostenibilità delle attività connesse ai settori enogastronomico, escursionistico e culturale nella nostra regione”, spiega Arianna Brutti, ricercatrice ENEA del Laboratorio Cross Technologies per distretti urbani e industriali. “Si tratta di un progetto ad alto contenuto tecnologico – aggiunge – che vede l’impiego di tecnologie di machine learning e di intelligenza artificiale, combinate all’utilizzo di big data e di modelli previsionali. Tutto questo contribuirà a portare innovazione nei servizi turistici e, più in generale, a sostenere lo sviluppo di città e territori in chiave smart”.


Un esteso lavoro di ricerca tra il 2019 e il 2020
Per lo sviluppo e l’applicazione della piattaforma web, tra il 2019 e il 2020 sono stati rilevati e categorizzati oltre 16 mila eventi di varia natura e dimensione in 4 mila luoghi diversi, come ad esempio la fiera internazionale della ceramica, il parco divertimenti a tema gastronomico FICO Eataly World, il sistema museale di Bologna Musei e il borgo di Dozza.
Grazie alla partecipazione di Istituzione Bologna Musei è stato possibile analizzare il flusso di persone che annualmente visita musei, gallerie, ville e biblioteche del territorio bolognese. La raccolta, l’analisi e l’elaborazione di questa tipologia di dati è avvenuta in correlazione al numero di arrivi in aeroporto e di presenze estratte da dati telefonici aggregati. “Il risultato così ottenuto costituisce un supporto per definire le migliori azioni da mettere in campo, a livello organizzativo e logistico, in previsione di maggiori o minori afflussi in città e sul territorio; inoltre, permette di elaborare modelli previsionali utili al settore turistico e commerciale e alla definizione delle stesse politiche di incoming, sottolinea Piero De Sabbata, responsabile del Laboratorio Cross Technologies per distretti urbani e industriali di ENEA.


Un'applicazione concreta: il borgo di Dozza
Il centro storico medievale di Dozza (Bologna), uno dei cento “Borghi più belli d’Italia”, attira ogni anno tantissimi turisti, specialmente dall’estero, per partecipare alle manifestazioni più tipiche del territorio, come la festa del vino, la mostra permanente e la nuova biennale del muro dipinto. “Dozza, come tanti comuni italiani, non dispone di strumenti adeguati per monitorare e gestire un turismo culturale in fortissima crescita come quello dei borghi”, sottolinea il ricercatore Carlo Petrovich dello stesso laboratorio ENEA. “Ora, grazie al progetto Polis-Eye, a una specifica convenzione tra ENEA e amministrazione comunale e alla collaborazione con Imola Faenza Tourist Company – aggiunge – è stata installata una rete di sensori che raccoglieranno dati in grado di supportare gli amministratori locali nel gestire al meglio l’organizzazione delle manifestazioni e avere dati più precisi rispetto ai flussi di turisti, contribuendo al tempo stesso a fidelizzare i visitatori e razionalizzare la gestione delle risorse impiegate”.


Opprtunità di impiego anche contro l'inquinamento ambientale
Ma tra gli obiettivi di Polis-Eye non c’è solo turismo. L’esperienza dei lockdown per il contenimento del Covid-19 ha rappresentato per il progetto un’ulteriore opportunità di applicazione delle sue tecnologie di aggregazione dati nel contesto di vita quotidiana: ha permesso, infatti, di delineare i comportamenti dei cittadini emiliano-romagnoli in termini di mobilità durante i mesi di quarantena, evidenziando anche alcuni aspetti legati all’inquinamento ambientale.
Inoltre la piattaforma è stata integrata anche con il progetto ‘Covid Skunk’ dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria e il centro AIRI), che ha sviluppato un sistema di monitoraggio innovativo in grado di ridurre il rischio di contagio in ambienti pubblici, utilizzando dati provenienti da rete cellulare per evidenziare in tempo reale assembramenti di persone.
“Il progetto scommette sulla collaborazione tra i soggetti che raccolgono dati per creare nuove informazioni e nuovi servizi data-driven sinora impensabili o economicamente non sostenibili. E a questo scopo propone modelli standard di rappresentazione e raccolta dati per le smart city (urban dataset), disponibili pubblicamente per consentire a nuove sorgenti e nuovi servizi di interfacciarsi agevolmente con la nostra piattaforma e far crescere il patrimonio informativo disponibile ai cittadini e agli stakeholder dei diversi settori”, conclude De Sabbata. (VV)

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