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La crescita difficile delle Comunità energetiche

17 Novembre 2022
 

Una mappa delle Comunità energetiche presenti in Italia elaborata da Legambiente a maggio di quest’anno riporta 100 Energy Community, di cui 35 effettivamente operative, 41 in progetto e 24 che stanno muovendo i primi passi verso la costituzione.
 

Altri dati del rapporto 2022 sulle Comunità rinnovabili di Legambiente ci dice che sono 40 i Comuni 100% rinnovabili e 3493 quelli 100% elettrici. C’è inoltre un’ampia diffusione di singole tecnologie: 7127 i Comuni con almeno un impianto solare termico, 7855 con impianti solari fotovoltaici in cui sono distribuiti 22,1 GW di potenza, 1054 in cui è presente almeno un impianto eolico con 11,2 GW, 1523 in cui è presente almeno un impianto idroelettrico, per complessivi 23 GW. E ancora 4.101 Comuni delle bioenergie e 942 Comuni della geotermia (tra alta e bassa entalpia). Sono numeri importanti da cui può partire una concreta trasformazione del sistema energetico.
 

Da sottolineare che spesso si tratta di piccoli Comuni, soprattutto per quanto riguarda le Cer. Ne sono esempi i Comuni dove le Cer sono operative come Ferla in Sicilia e Biccari in Puglia con poco più di 2500 abitanti. E ancor più Turano Lodigiano, 1500 abitanti in provincia di Lodi.
 

Intervenuto al Laboratorio sullo sviluppo sostenibile, realizzato nell’ambito della collaborazione tra Regione Lombardia e Anci Lombardia per diffondere e sviluppare conoscenza e strumenti a supporto delle politiche di sviluppo sostenibile e organizzato da AnciLab, il Sindaco Emiliano Lottaroli (nella foto) ha ripercorso i passi che hanno portato alla costituzione della Comunità energetica Solisca, la prima Cer in Lombardia, istituita in forma di Associazione. In sintesi, si parte dalla Delibera di Giunta che ha approvato le linee di indirizzo per la costituzione della CER, gli atti necessari (statuto, regolamento ecc.), il regolamento, il bando per raccogliere le manifestazioni di interesse, e si passa all’individuazione del Dso (Distribution System Operator), alla presentazione del documento per richiedere al GSE la valorizzazione economica e incentivazione dell’energia condivisa e molto altro ancora. Un percorso articolato, ma di certo fattibile.
 

Difficoltà di implementazione
 

Eppure, nonostante i dati rilevati da Legambiente, la fattibilità del procedimento amministrativo di costituzione e soprattutto il costante richiamo a implementarle, la realizzazione delle Comunità energetiche segna il passo.
 

Durante il Laboratorio, Marcello Magoni, Politecnico di Milano, ha indicato in sintesi alcune criticità che frenano a livello comunale lo sviluppo delle Cer. Il più noto e ormai assodato è legato alla mancanza dei decreti attuativi del decreto legislativo 199/2021, in particolare quelli che definiscono le modalità per l’implementazione dei sistemi di incentivazione. I decreti attuativi, inoltre, dovrebbero intervenire su una norma ancora non ben definita e questo è un altro limite.

A questi limiti si aggiungono i rapporti con le istituzioni che regolano il settore energetico, la difficoltà di mantenere nel tempo la partecipazione dei componenti la Cer, la mancanza di risorse umane competenti, l’indisponibilità di studi di fattibilità e di Paesc, i Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile e il clima. A questi poi si aggiungano i limiti tecnici (potenza massima, collegamento alle cabine secondarie e così via).
 

Nel frattempo stiamo affrontando una crisi energetica e il conseguente “caro bollette” e sono da utilizzare i 2,2 miliardi di fondi previsti dal Pnrr per le comunità energetiche nei comuni con meno di 5mila abitanti.

(SM)

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