SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA - TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
INDAGINI

Smart City, dati e rifiuti le priorità per i Comuni

27 Ottobre 2022
 

City Vision ha realizzato, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, la ricerca "Il Patto dei Comuni per la transizione intelligente e sostenibile: Dati ed analisi”, che ha coinvolto 83 tra sindaci, amministratori pubblici e funzionari di altrettanti comuni italiani: si tratta del primo tassello dell'Osservatorio City Vision, ideato per monitorare lo stato di salute dei processi di trasformazione inteligente dei territori con studi, raccolte di buone pratiche e approfondimenti.
Presentata agli Stati generali delle città intelligenti in programma a Padova, la ricerca ha evidenziato come principali ostacoli sono la scarsa sensibilità nei confronti del tema da parte dei dipendenti pubblici e la difficoltà di coordinamento con altri attori sul territorio. D'altro canto, digitalizzazione dei servizi pubblici (81%), data management (51%), dematerializzazione (48%), gestione dei rifiuti (46%) e comunità energetiche (43%) sono le linee progettuali su cui più i comuni italiani sono attivi per rendere le loro città sempre più intelligenti.


Gli interventi più urgenti con il PNRR
Dall’indagine emerge come la maggior parte delle amministrazioni comunali siano pronte a ricorrere al PNRR per la transizione verso la smart city intendano investire in interventi di digitalizzazione e innovazione (89%), transizione ecologica (54%) e riqualificazione di edifici pubblici come scuole, sedi giudiziarie ed edilizia pubblica (48%). Le città intelligenti stanno inoltre imparando a fare rete: quasi un comune italiano su due (il 48%) è inserito in un network che facilità soluzioni di smart city. «La ricerca restituisce l’immagine di un Paese attento e consapevole verso il cambiamento, ma che riconosce anche alcuni ostacoli che vanno rimossi per liberare tutte le potenzialità della trasformazione “intelligente” – ha commentato la professoressa Silvia Rita Sedita –. I principali, secondo il campione che abbiamo interrogato, sono la scarsa sensibilità nei confronti del tema da parte dei dipendenti pubblici, la difficoltà di coordinamento con altri attori sul territorio, le resistenze interne alla macchina amministrativa, le dimensioni ridotte del comune stesso e la mancanza di competenze interne». (VV)

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