Si chiama "Gli Storici" ed è un gruppo di 9 imprese legate a Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, che da Roma a Milano, da Genova a Trieste, da Napoli a Palermo intende raccogliere e tutelare circa 200 locali - bar, ristoranti gelaterie e pasticcerie - che hanno le carte in regola per definirsi attività storiche. Insegne preziose per lo sviluppo di un’offerta di qualità che, tuttavia, negli ultimi anni non sono state sufficientemente tutelate e valorizzate. Eppure, spesso si tratta di luoghi eccezionali, tanto dal punto di vista architettonico quanto da quello culturale, dai quali sono transitati, tra Settecento e inizi Novecento, le personalità che hanno disegnato l’Italia per come la conosciamo. E alcuni questi locali sono veri e propri monumenti che hanno contribuito a creare lo stile di vita italiano.
Come funziona l'adesione a "Gli storici"
All'associazione, presentata ufficialmente a Roma, nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione del presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani, e del Ministero dello Sviluppo Economico, potranno aderire i titolari di tutti i bar e ristoranti in attività da oltre 70 anni, che abbiano conservato ed esposto al loro interno cimeli, documenti e testimonianze dell’epoca. «L’associazione Gli Storici – spiega il presidente Alessandro Cavo, titolare della Pasticceria e Liquoreria Marescotti (1780) di Genova – sarà prima di tutto un sindacato attivo nel promuovere politiche di valorizzazione e sostegno a questo tipo di attività. I locali storici, infatti, rappresentano un patrimonio collettivo ma non sono mai stati trattati come tali dagli ultimi governi. Senza politiche mirate e tutele speciali, nel giro di pochi anni i centri storici saranno destinati a lasciare spazio solamente ai brand internazionali a scapito dei locali storici. Se non invertiamo questo trend, non solo perderemo professionalità, posti di lavoro e Pil, ma perderemo un pezzetto della nostra memoria collettiva». «Inutile nascondersi – gli fa eco Marco Valenza, proprietario dei caffè Paszkowsky (1903) e Gilli (1733) di Firenze – a differenza di ogni altro bar o ristorante, noi abbiamo costi di manutenzione, ordinaria e straordinaria 10 volte superiori. Basti pensare che per imbiancare una parete, dobbiamo chiedere il nulla osta alla Soprintendenza, ed effettuare stratigrafie a nostre spese prima di poter procedere con i lavori. A questo si aggiunge la concorrenza delle grandi aziende che non siamo in grado di contrastare e con la loro presenza massiccia nei centri storici, fanno lievitare i costi degli affitti che, per noi, diventano insostenibili».
Sostegno alla locazione e campagna di promozione
Le richieste prioritarie sono già chiare: la creazione di un fondo rotativo che consenta agli imprenditori di acquistare gli immobili, evitando di rimanere ostaggio di dinamiche di mercato che vedono lievitare i canoni di locazione. La possibilità di introdurre un credito di imposta per ammortizzare gli oneri degli interventi ordinari e straordinari di manutenzione di locali che sono un patrimonio pubblico. E, infine, la pianificazione di una campagna di promozione dei pubblici esercizi storici all’estero, con conseguente tutela dei marchi. (VV)