SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA
Ambiente

Un manifesto per la sostenibilità del Po

2 Marzo 2021
 

Presentato dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Po il Manifesto d’intesa per l’ambiente Non c’è più tempo, in cui vengono delineate le strategie per migliorare la qualità dell’aria e perseguire la sostenibilità lungo il Grande fiume. Nel presentare il Manifesto, il segretario generale dell’Autorità, Meuccio Berselli, ha sottolineato: “La qualità dell’aria nella pianura padana è pessima, il risultato peggiore è dovuto alla mortalità per gli elevati valori di Pm 2,5 e, inoltre, le aree metropolitane si confermano ai primi posti in Europa per biossido di azoto. Secondo uno studio pubblicato su ‘The Lancet planetary health’, la più alta incidenza di mortalità legata all’esposizione di Pm 2,5 si registra nelle città della Pianura Padana, in Polonia e in Repubblica Ceca e, come detto, nei grandi centri urbani europei vi sono altissime concentrazioni di biossido di azoto. Secondo la classifica stilata dalla ricerca, si scopre come nelle prime 30 posizioni ci siano ben 19 città del Nord Italia (64% )”.

 

Il Manifesto “Non c’è più tempo” individua, dunque, una serie di interventi e strategie volte a migliorare l’ambiente di un territorio che, a livello di Bacino, vede la presenza di quasi 20 milioni di abitanti e la produzione del 40% del Pil.


 

Nel Bacino del Fiume Po si trovano alcune centinaia di cave dismesse che potrebbero essere riutilizzate, dice il Manifesto, come superfici galleggianti per i pannelli fotovoltaici, producendo energia 100% green, trovando soluzioni di scambio sul posto con imprese altamente energivore ed evitando di bruciare gas fossile e di immettere dai camini tonnellate di inquinanti.


 

Occorre investire nel miglioramento della qualità delle acque. Per questo il Manifesto indica alcune soluzioni: realizzare fitodepuratori; modificare la modalità di manutenzione del sistema dei Consorzi di Bonifica; mettere a dimora sulle rive dei canali piante ed essenze “utili” a immagazzinare CO2, migliorando sia la biologia del corpo idrico dei canali stessi, sia la qualità dell’aria; riqualificare habitat e paesaggi.


 

Altra soluzione è la produzione di energia con pirolisi. La pirolisi è una tecnica sostanzialmente differente dalla combustione diretta ed è un processo di trattamento utilizzabile per la conversione energetica di diversi materiali organici. Garantisce rese elevate nella trasformazione di biomassa in energia, senza la produzione di idrocarburi aromatici policiclici, diossine, furani, PM10 e benzofurani. Ha un benefico impatto ambientale sulla gestione sostenibile del patrimonio boschivo e forestale, migliorando così la capacità di assorbimento del carbonio atmosferico con ricadute benefiche per la sistemazione idraulica-forestale e per i terreni agro-silvo-pastorali, garantendo così una benefica mitigazione anche del rischio idrogeologico dei bacini.


 

Tra i punti del Manifesto è indicata anche la promozione e sperimentazione sull’idrogeno, ricordando che il Piano Nazionale Italiano Energia e Clima (Pniec) delinea il ruolo anche dell’idrogeno nel raggiungimento degli obiettivi comunitari (riduzione CO2 del 40% entro il 2030) in diversi settori energetici: nei trasporti con camion e treni a celle a combustibile, come vettore energetico, e combustibile alternativo alle fonti fossili sia esso “verde” (prodotto con energia elettrica da fonti rinnovabili), o “blu” (prodotto con processo industriale di riutilizzo di CO2).

 

 

Un ultimo punto indica la necessità di trovare una nuova una strategia economica e politica per trovare la modalità di trasportare le merci sul Grande Fiume. L’uso commerciale della nostra principale via d’acqua potrebbe diventare una leva per ridurre gli impatti legati alla logistica, ai costi e ai pericoli legati alle manutenzioni stradali ordinarie e straordinarie e alla sicurezza (ambientale e stradale) di interi territori.

(SM)

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