Secondo i dati del World Inequality Report 2022 diffusi dal laboratorio di ricerca francese World Inequality Lab, il Nord America ancora una volta primeggia in una classifica globale, non esattamente la più positiva a cui appartenere: con 20,8 tonnellate di emissioni di CO₂ pro capite nell'anno 2019, la regione che comprende Stati Uniti e Canada è quella i cui abitanti contribuiscono maggiormente al cambiamento climatico a livello personale con un ampio margine. Primeggiano anche su India, Cina, Giappone e Russia responsabili di un'elevata impronta di carbonio a livello statale.
In particolare, le regioni dell'Asia centrale e della Russia e dell'Europa sono al secondo e al terzo posto rispettivamente con 9,9 tonnellate e 9,7 tonnellate. La posizione europea può essere spiegata dal predominio di stati ricchi come la Germania, mentre il fatto che l'Asia centrale e la Russia siano arrivate al secondo posto nonostante i dati sulle emissioni totali della Cina pari a più di quelli di Stati Uniti, India, Russia e Giappone messi insieme può essere spiegato con la disparità sui livelli di ricchezza e tecnologia nel paese. Quindi, anche se la Repubblica popolare è diventata un punto di riferimento per la tecnologia, la produzione e le spedizioni, la sua popolazione al di fuori di centri come Pechino, Shenzhen e Shanghai contribuisce meno all'impronta di carbonio del paese e per estensione della regione. Uno schema simile può essere visto in Medio Oriente con le sue 7,4 tonnellate di emissioni di anidride carbonica: paesi come Kuwait e Qatar hanno un'emissione pro capite più elevata di entrambi i paesi nordamericani messi insieme, mentre Egitto e Siria si aggirano intorno alle 2 tonnellate di emissioni di CO₂ pro capite.
Squilibri e disuguaglianze insanabili
Nel complesso, il World Inequality Report 2022 ha rilevato che il 10% più alto delle emissioni di carbonio è stato responsabile di circa il 50% delle emissioni globali nel 2019, mentre il 50% più basso ha contribuito solo al 12% delle emissioni totali. Questa disuguaglianza suggerisce che le attuali politiche più generalizzate sul cambiamento climatico, comprese le tasse sul carbonio, richiedono una revisione e che le misure specifiche per paese su misura per obiettivi di emissione specifici potrebbero rivelarsi più fruttuose solo nel lungo termine. (VV)