SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
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Assemblea Nazionale Anci, Decaro: il futuro passa dalle scelte di oggi

9 Novembre 2021
 

Riportiamo di seguito, per chi non avesse avuto la possibilità di seguirlo in diretta sui canali di comunicazione di Anci, un estrato dell'intervento del presidente di Anci Antonio Decaro con cui si è dato avvio ai lavori della XXXVIII Assemblea Nazionale. L'intervento integrale è disponibile in allegato.


"Benvenuti alla 38° Assemblea nazionale dell’Anci, benvenuti nella città di Parma, capitale della cultura Italiana 2021. Bello poterlo dire oggi. A venti mesi di distanza da quel gennaio 2020 quando la candidatura di Parma ha mosso i primi passi. Primi passi che potevano essere gli ultimi. Visto che pochi giorni dopo l’Italia è piombata nel buio pesto della prima ondata di Covid. Avreste potuto arrendervi, avresti potuto arrenderti, Federico. Ma con la tenacia, l’ingegno e la creatività che vi contraddistingue, siete riusciti a trasformare quel buio in luce, quel tempo sospeso in un periodo fecondo, proponendo nuovi modi di fare e di vivere la cultura. Ed eccoci oggi, in una Parma scintillante, che ci fa respirare ad ogni passo, nelle sue piazze e nelle sue strade, la sua straordinaria bellezza. Siamo di nuovo insieme come una grande comunità, comunità a cui però mancano tutti i sindaci e tutti gli amministratori che il Covid ha portato via a questo Paese.
Alle famiglie di tutti loro va il nostro abbraccio. Noi non vi dimenticheremo mai.
In questo anno, abbiamo avuto paura, ci siamo sentiti smarriti, abbiamo temuto di non trovare più la nostra gente. Abbiamo avuto paura, ma siamo di nuovo qui, insieme, a dare valore a momenti come questo che ci danno il senso di quello che siamo e di quello che possiamo fare. L’ho sognato per tanto tempo: centinaia e centinaia di fasce tricolore di nuovo tutte insieme! Grazie per essere qui a Parma per i lavori di questa assemblea. Un’assemblea speciale. Perché, finalmente, è un’assemblea normale. Quella normalità che avevamo perso ma che, pian piano, stiamo riconquistando e che dobbiamo impegnarci a custodire.

 

I Comuni sono ora al centro di una nuova stagione di cambiamento, con tutto quello che comporterà. Dovremo imparare un nuovo linguaggio dello spazio e del tempo, come ha fatto Parma in questi mesi per affrontare la sfida della Capitale Italiana della cultura.  Dovremo imparare a muoverci in maniera diversa, a viaggiare con maggiore consapevolezza, a vivere i luoghi delle nostre città in maniera nuova. Dobbiamo immaginare il futuro sapendo che passa proprio dalle scelte che facciamo oggi. Tutti siamo chiamati all’impresa di riprogettare l’Italia, e in questa impresa i Comuni sono il motore essenziale - come ci ha ricordato il presidente Mattarella proprio durante l’assemblea dello scorso anno. Oggi che l’attività dei Comuni riprende in pieno con i suoi ritmi e la sua intensità, con tutti i problemi ma anche con la grande capacità di lavoro e di dedizione delle nostre Amministrazioni, dobbiamo prepararci ad una nuova sfida. Sappiamo di non essere soli: possiamo contare gli uni sugli altri, possiamo contare su un Governo che si sta dimostrando interlocutore attento e, soprattutto, possiamo contare su una compagine di donne e uomini che lavorano nelle nostre Amministrazioni, a cominciare da quanti si sono trovati in prima linea nel contrasto alla pandemia - penso agli agenti delle Polizie locali, agli operatori del welfare, a tutti gli educatori che si sono presi cura dei nostri concittadini più piccoli.
 

Ridurre il divario finanziario tra gli enti
L’uscita dalla crisi non può ridursi al ripristino della situazione preesistente, ma deve delineare le condizioni per rafforzare il ruolo dei Comuni e ridurre il divario,  soprattutto finanziario, tra gli enti, che tuttora rischia di separare irrimediabilmente chi “ce la fa” da chi “non ce la fa”. Una distanza riconducibile non solo alla tradizionale dualità “nord-sud” ma che coinvolge trasversalmente i Comuni variamente distribuiti sul territorio nazionale. È necessario rafforzare la ripresa dell’intervento statale sulle risorse correnti degli enti locali. Avremo, infatti, 300 mln. dal recupero progressivo del taglio del dl. 66 (100 in più rispetto al 2021), altri 100 mln. per rafforzare la gestione degli asili nido e ulteriori 49 milioni per la spesa sui servizi sociali che rientrano nella costruzione di una vera perequazione verticale. Terremo assolutamente il punto, come abbiamo fatto nel 2021, nell’ambito della perequazione. Nessun Comune dovrà perdere risorse nel riparto del Fondo di solidarietà comunale.
Abbiamo chiesto e ottenuto dal Governo, sulla base del testo dello schema della  legge di bilancio, che circola, anche un fondo di risorse correnti dedicato ai piccoli Comuni che presentano particolari parametri di svantaggio dal punto di vista finanziario.
Abbiamo ribadito l’esigenza di una rivisitazione complessiva della normativa su dissesto e predissesto in un’ottica di snellimento procedurale. Abbiamo posto la necessità di riprendere la questione degli effetti della sentenza 80 della Corte Costituzionale, in quanto la norma, ottenuta a giugno, ha tamponato l’effetto finanziario per il triennio 2021-2023 attraverso il ripiano in 10 anni e l’assegnazione di un contributo di 660 mln. di euro, ma già dal 2022 si determinerà un problema di copertura nel triennio dei maggiori oneri a carico dei Comuni interessati.
Abbiamo ottenuto uno stanziamento in legge di bilancio per interventi di manutenzione stradale e un rifinanziamento del fondo progettazione. Tutti i dati ci dicono che gli investimenti comunali hanno ripreso a correre e anche nel 2020, nonostante la pandemia si è, addirittura, registrato un lieve aumento rispetto al 2019. Nel 2021 abbiamo un +23% nel 1° semestre destinato a crescere ulteriormente su base annua. Le premesse, quindi, sono buone, ma il volume degli investimenti comunali deve crescere di più per essere all’altezza degli obiettivi richiesti dal PNRR tra il 2022 e il 2026: almeno 15 miliardi annui in termini di cassa per l’intero periodo.

 

Auguri ai sindaci neo eletti. Vi aspettano grandi sfide
Colgo qui l’occasione per fare i migliori auguri a tutte le sindache e i sindaci, e a tutti gli amministratori eletti nell’ultima tornata amministrativa. Benvenuti tra noi! L’Anci sarà a vostra disposizione, sarà per voi un riferimento, se lo vorrete, e una comunità che saprà accogliervi e sostenervi durante il mandato amministrativo. Tanti di voi sono all’inizio di questa nuova esaltante avventura. Qualcuno sa già cosa l’aspetta, tanti altri invece non sanno ancora che ci saranno notti insonni, riunioni interminabili e, perché no, anche qualche litigata memorabile, ma intanto scopriranno che fare il sindaco è il mestiere più bello del mondo, nonostante le tante difficoltà. Ai nuovi colleghi e alle nuove colleghe voglio dirlo subito: è bene che vi abituiate. Abituatevi a caricarvi degli oneri e a dimenticare gli onori. Abituatevi a rinunciare ai titoli di giornali. E credetemi, meglio così, perché noi sindaci siamo sui giornali solo quando ci arriva un avviso di garanzia (spesso per questioni su cui non abbiamo alcuna responsabilità). Abituatevi ai tanti, troppi muri di gomma della burocrazia. Proverete a scavalcarli, perché vorreste dare l’anima per risolvere un problema dei vostri concittadini, ma spesso vi ci schianterete. E abituatevi ad avere sempre addosso gli occhi e le parole dei vostri cittadini. Perché loro sono i nostri controllori, i nostri interlocutori, i nostri giudici.

 

Sfruttare in pieno l'opportunità del PNRR
Il PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza, il piano di investimenti più importante della storia repubblicana. Forse l’Italia non avrà mai più una opportunità di investimenti come questa. Il che significa che non ci è dato sbagliare, non ci sarà un’altra occasione. Dobbiamo agire qui ed ora per raddrizzare le storture, le ingiustizie e le arretratezze del nostro Paese. E dunque le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti in questa fase sono altissime, inderogabili. Siamo chiamati ad una sfida senza precedenti. Ne va della credibilità del Paese che consegneremo ai nostri figli e su cui tutti noi saremo giudicati. Nessuno escluso. Io non voglio tornare all’Italia del 2019; Io voglio pensare, oggi, all’Italia del 2030. Una Italia più forte, più giusta, più verde, più sostenibile. Io voglio immaginare insieme a voi una Italia migliore di come l’abbiamo lasciata nel 2019.
Qualche giorno fa riflettevo sulla quasi totale corrispondenza fra le missioni scelte come prioritarie dalla Commissione Europea nel programma Next generation Eu e il lavoro che i Comuni portano avanti ogni giorno. Questo dimostra che forse per la prima volta gli obiettivi europei di ripresa e rinascita dopo la tragedia, che tutti abbiamo vissuto, sono perfettamente aderenti alle politiche territoriali. Possiamo finalmente dire che le nostre città sono l’Europa del futuro perché è qui che si concentrano le politiche strategiche che stanno ridisegnando gli spazi e i tempi della vita post pandemica.
Muoversi meglio nelle città e fra le città, inquinando di meno. Consumare meno energia. Produrre energia nuova, pulita, sostenibile. Ottimizzare il ciclo dei rifiuti. Mettere in sicurezza il territorio, ridurre il consumo di suolo e valorizzare il patrimonio naturalistico esistente. Recuperare e riqualificare le aree urbane. Investire sui luoghi della scuola e della formazione.
Valorizzare la bellezza del nostro Paese attraverso i grandi attrattori culturali e paesaggistici. Investire tempo e risorse sulla qualità della vita dei nostri concittadini attraverso i luoghi e i modi in cui vivono. Tutto questo è scritto nel PNRR così come nel DNA delle nostre città e dei nostri Comuni. Questo fa dei sindaci e dei Comuni i più grandi architetti del disegno dell’Italia che verrà. Nelle nostre mani, nei nostri progetti c’è l’affresco più importante che oggi possiamo realizzare per il nostro Paese. Studiamo, confrontiamoci, sbattiamoci pure la testa ma troviamo il coraggio di misurarci con il possibile e l’impossibile facendo ciò che sappiamo fare meglio: prenderci cura delle nostre comunità. L’ammontare e la distribuzione delle risorse li conoscete. Su un totale di 222 miliardi di euro tra fondi europei e fondi nazionali, le risorse per investimenti la cui realizzazione è assegnata a Comuni ammontano a oltre 40 miliardi (…). È una quota determinante per noi che siamo i principali investitori pubblici del Paese, con una capacità di spesa di gran lunga superiore a qualsiasi altro livello di governo.
Non siamo noi a dirlo, lo dicono i documenti ufficiali della presidenza del Consiglio dei Ministri e della Corte dei Conti. Nel 2019, il 25% di tutte le risorse nazionali per le opere pubbliche l’hanno speso i Comuni. E addirittura nel 2020, quando tutto sembrava fermo per il Covid, i Comuni sono riusciti a incrementare la spesa per opere pubbliche del 20% in più rispetto al 2018. Siamo consapevoli della mole di lavoro che ci aspetta e di questo non dobbiamo avere paura. Dobbiamo anzi rivendicare questo ruolo e chiedere di essere messi nelle condizioni di fare al meglio il nostro dovere.
Per spendere velocemente i 40 miliardi di euro del Pnrr destinati ai Comuni, Anci ha proposto finanziamenti diretti e non intermediati, con la riduzione al minimo dei passaggi formali e burocratici per l’individuazione ed erogazione dei fondi (troppi anni in attesa del perfezionamento dei vari passaggi burocratici tra Ministeri e Regioni prima dell’erogazione ai beneficiari). Abbiamo inoltre avanzato suggerimenti per una rapida ed efficiente selezione e attuazione dei progetti, anche proponendo un catalogo di procedure e di regole da standardizzare e applicare in relazione ai programmi di investimento del PNRR.

Ve ne elenco solo alcune:

  • Assegnazione automatica di un contributo a seconda della classe demografica dei Comuni, inserendo eventualmente altri indicatori coerenti con le diverse tipologie di investimento.
  • Rifinanziamento dei programmi in essere, attraverso scorrimento delle graduatorie esistenti.
  • Finanziamento “a sportello” su programmi nazionali (es costruzione asili nido, forestazione urbana, riqualificazione borghi, collegamento aree interne, impiantistica rifiuti).
  • Definizione di un importo finanziario per ciascun Comune capoluogo attivabile sulla base della presentazione di un piano di interventi.

Lo snodo più delicato del PNRR oggi è rappresentato proprio dalla strada che i fondi dovranno percorrere prima di arrivare ai Comuni.

Il rischio sul quale si concentrano le nostre paure è quello delle intermediazioni ministeriali e regionali, che per esperienza moltiplicano i tempi e alzano ostacoli all’attuazione dei programmi.

 

Qualche giorno fa sono stato all’Expo 2020 di Dubai in occasione della giornata mondiale delle città. Al centro del padiglione Italia c’è una perfetta riproduzione a grandezza naturale del David di Michelangelo. Sono grato a chi ha scelto di mettere lì quella statua. Perché quella non è soltanto una meravigliosa scultura realizzata da un prodigioso artista. Quel David è un simbolo di straordinaria potenza di quello che l’Italia è stata. Ma anche, e soprattutto, di quello che l’Italia deve tornare a rappresentare. Perché quel David è, prima di tutto, l’opera di un ragazzo di 25 anni, appassionato, talentuoso ed incosciente. E di quella passione, di quel talento e di quella incoscienza che solo i giovani possono coltivare, il Paese oggi ha un enorme bisogno. E poi quel David è il simbolo dell’uomo che batte il gigante, e lo fa con le risorse dell’ingegno, dell’intelligenza. E oggi più che mai l’Italia deve sapere che la creatività e l’intelletto sono le uniche armi per competere con i giganti mondiali.
Ma c’è un altro particolare di quella scultura che mi ha colpito profondamente. E ho potuto notarlo soltanto perché ci hanno dato l’opportunità di salire una lunga rampa di scale e guardare la statua dall’alto, cosa che a Firenze non avrei mai potuto fare, nemmeno salendo sulle spalle di Dario Nardella. Ebbene, guardando in faccia il David, mi sono accorto che le sue pupille hanno la forma stilizzata di un cuore. Mi piace pensare che quegli occhi a forma di cuore siano la metafora perfetta dell’Italia in questo momento. Un Paese provato, che ha perso 130.000 fratelli e sorelle, ma che non si rassegna al cinismo e al rancore. Un Paese che conserva il cuore nei suoi occhi, perché sa che si può essere forti senza smarrire la gentilezza, ci si può rialzare senza dover fare necessariamente lo sgambetto a qualcun altro. Un Paese che con il cuore negli occhi, anche nelle scelte più drammatiche, cerca l’empatia, la concordia, la condivisione. Oggi rinasce l’Italia, con i cuori scolpiti negli occhi dei ragazzi che tornano a scuola e costruiscono il loro futuro. Con i cuori scolpiti negli occhi dei nostri operatori sanitari, eroici, nelle corsie degli ospedali. Oggi rinasce l’Italia dei lavoratori, delle imprese che non mollano, della scienza che ci salva la vita, dei volontari che tendono la mano per non lasciare indietro nessuno. Siano vostri, colleghe e colleghi sindaci, quei cuori negli occhi. Siano i vostri cuori negli occhi pieni di fiducia, mentre guiderete le vostre comunità verso il futuro, in questo momento difficile, complicato, ma irripetibile e straordinario della storia del nostro Paese.
Voi siete l’Italia che rinasce.
Voi siete quel David.
Noi siamo quel David.
E a più di cinquecento anni di distanza, con il cuore negli occhi, siamo chiamati a stupire il mondo un’altra volta.

Buona assemblea a tutti!

Viva i sindaci! Viva i Comuni del nostro Paese! Viva l’Italia!

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