Presentato da Avviso Pubblico il Rapporto Amministratori sotto tiro. Giunto alla nona edizione, il Rapporto censisce gli atti di minaccia e di violenza nei confronti degli amministratori locali e dei funzionari della Pubblica amministrazione.
Sono 559 gli atti intimidatori censiti nel 2019, uno ogni 15 ore. Sono state 83 le Province coinvolte (oltre il 75% del territorio nazionale) e 336 i Comuni colpiti, il dato più alto mai registrato. Per la seconda volta nella storia di questo Rapporto sono stati censiti atti intimidatori in tutte le regioni d’Italia.
“Il fenomeno delle minacce agli amministratori locali è diventato una questione nazionale” ha dichiarato Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico e Sindaco di Grugliasco. “Il Rapporto Amministratori Sotto Tiro mira a far crescere questa consapevolezza e la percezione della gravità nell’opinione pubblica e al mondo politico. La crisi sanitaria generata dal Covid sarà accompagnata da una forte crisi economica e sociale che le mafie stanno già cercando di sfruttare per accumulare consenso sociale sui territori ed espandere la loro presenza nel nostro sistema produttivo e all’interno degli Enti locali. Le pressioni non mancheranno, così come il tentativo di corrompere amministratori, funzionari e dirigenti pubblici”.
“Gli atti intimidatori contro gli amministratori locali costituiscono una tematica attuale di estrema delicatezza, specie in questa fase dell’emergenza Covid” ha evidenziato il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Il fenomeno è in crescita e richiede attenzione perché i sindaci e gli amministratori rappresentano il punto di riferimento immediato per le comunità provate dagli effetti della pandemia. L’intimidazione contro un sindaco non solo è un’offesa alla comunità, ma è una lesione dei valori alla base del vivere civile, del principio democratica. Invito chi è vittima di tali atti a denunciare gli episodi per erodere la cosiddetta ‘cifra oscura’: noi dobbiamo conoscere per poter intervenire”.
“Dal Rapporto di Avviso Pubblico emerge la presenza ingombrante dell’anti-Stato, che non è più soltanto rappresentato dalla criminalità organizzata, ma da vere e proprie forze che, attraverso la corruzione e il disprezzo delle regole, alimentano sentimenti eversivi nei confronti dei valori democratici su cui si basa la nostra Costituzione” ha evidenziato Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente Anci. “Non è un caso che la maggior parte delle minacce venga rivolta nei mesi che precedono le Elezioni Amministrative e che i Sindaci, tra gli amministratori locali, siano i più bersagliati”.
Minacce dirette soprattutto ai Sindaci
Nel quadro presentato dal Rapporto spiccano elementi quali le minacce sempre più dirette e i soggetti più colpiti, i Sindaci.
L’ 87% delle intimidazioni censite nel 2019 sono state di tipo diretto (percentuale più alta di sempre, +6% rispetto al 2018). Tra i soggetti maggiormente presi di mira da minacce e intimidazioni dirette si confermano gli amministratori locali (56% dei casi, stabile rispetto al 2018). Tra questi, in particolare i Sindaci (57,3%), seguiti dai consiglieri comunali (22,5%, in aumento), assessori (12,8%) e Vicesindaci (5,2%).
Tipologie di intimidazione
Aggressioni e incendi sono le principali tipologie di intimidazione messe in atto nei confronti degli amministratori locali (18.6% del totale dei casi censiti per ciascuna tipologia). In continuità con un trend emerso negli ultimi anni, si conferma l’aumento dei casi registrati sui social network (15% del totale), seguiti da minacce verbali (12.6%) e invio di lettere, biglietti e messaggi minatori (11.6%). Seguono i danneggiamenti (8%), le scritte offensive o minacciose (6%), l’invio di proiettili (4%), l’utilizzo di ordigni, molotov ed esplosivi (2%) e l’invio di parti di animali (1.6%).
Nei grandi Comuni l’aggressione fisica è il mezzo più utilizzato (28.5% dei 200 casi censiti), mentre nei Comuni più piccoli è l’incendio (20.6% dei 359 casi censiti).
Una minaccia su tre non ha una matrice criminale
Da alcuni anni il Rapporto si sofferma anche su quelle intimidazioni che giungono agli amministratori locali e al personale della Pubblica Amministrazione da parte di comuni cittadini. Episodi e situazioni che pesano notevolmente sul numero complessivo delle intimidazioni: nel 2019 sono stati 161, il 28.8% del totale (erano il 29.5% nel 2018).
Un terzo (il 33,6%) trae origine dal malcontento suscitato da una scelta amministrativa sgradita. Un altro 18% è riferibile ad un vero e proprio disagio sociale, come la richiesta di un sussidio economico o problemi legati al tema del lavoro. Il 17% si riferisce invece a casi di “violenza politica”, estremismi di entrambe le sponde politiche. Il 13% di minacce è strettamente collegato a casi di intolleranza connessi al tema dell’immigrazione e all’accoglienza dei rifugiati.
La situazione in Lombardia
La nostra regione con 46 atti intimidatori occupa il quinto posto nel 2019.
A guidare la graduatoria regionale c’è la provincia di Milano (nona a livello nazionale) con 16 atti intimidatori. Fra i casi più efferati nella provincia, la brutale aggressione della consigliera comunale Monica Porrati, a Ossona, che le ha causato la frattura della clavicola.
Sette intimidazioni censite in provincia di Monza-Brianza. A Lissone Concetta Monguzzi, vicepresidente della Provincia e Sindaco della cittadina, ha ricevuto minacce di morte sui social network, per aver partecipato e aver concesso il patrocinio del Comune a un convegno organizzato sul tema dell’accoglienza ai migranti.
Cinque casi a testa nelle province di Bergamo e Brescia. A Zanica, Alzano Lombardo e Caravaggio si verificano casi sui social network in cui alcuni utenti si scagliano contro le amministrazioni locali, diffamandole. Nel capoluogo bresciano si registrano minacce al Sindaco Emilio Del Bono, in merito alla ristrutturazione dello stadio Rigamonti, veicolate attraverso Facebook.
Quattro casi in provincia di Varese. Si segnala a Malnate la lettera anonima con minacce e proiettili recapitata alla consigliera Daniela Gulino, già candidata Sindaco.
Tre casi in provincia di Cremona. Ad Agnadello Luca Rimanti , dal momento in cui ha presentato la sua candidatura a sindaco, ha cominciato a vivere giorni pesanti. Dapprima qualcuno ha tagliato la recinzione della sua casa, successivamente ignoti sono penetrati nella sua abitazione, lasciandogli biglietti di minacce molto pesanti nei confronti della moglie e dei figli. A seguito di queste minacce ha ritirato la propria candidatura.
Due casi a testa nelle province di Mantova e Sondrio. A Chiavenna minacce di morte sui social verso il sindaco Luca Della Bitta e nei confronti della Polizia locale per l’installazione di un autovelox: l’impianto era stato danneggiato nelle ore precedenti da alcuni colpi di fucile.
Un caso a testa nelle province di Pavia e Como, mentre a Lecco e Lodi non sono stati rilevati casi.
(SM)