SEZIONE: TERRITORIO E SVILUPPO LOCALE
CORONAVIRUS

Job in Country: Coldiretti risponde all'emergenza agricola

17 Aprile 2020
 

Tra le tante emergenze "collaterali" a quella sanitaria da Corona Virus, ce n'è una che sta mettendo seriamente a rischio un settore fondamentale per l'economia italiana, quello dell'agricoltura e di conseguenza l'approvvigionamento di frutta e verdura da parte dei cittadini, già alle prese con le code per andare al supermercato e con i lungh tempi di consegna delle spese on line. La mancanza di manodopera per raccogliere i prodotti della terra si sta cronicizzando e si stima ormai che siano oltre 250mila le persone che servirebbe impiegare, da Nord a Sud, al più presto. Lockdown, blocchi della circolazione, quarantene e timori di non poter lavorare in sicurezza hanno reso il reperire forza lavoro sempre più complesso. E poi c'è la questione stranieri: chi è rientrato nel proprio paese e sarebbe disposto a tornare, al momento non può farlo. La circolare del ministero dell’Interno che ha prorogato fino al 15 giugno tutti i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile è un provvedimento utile, ma non sufficiente a dare respiro a un settore in grandissima crisi. 
Da qui la scelta di Coldiretti di attivare Job In Country, una vera e propria piattaforma digitale per lo scambio di offerta e domanda di persone disposte a essere impiegate sin da subito nella raccolta. "Di fronte alle incertezze e ai pesanti ritardi che rischiano di compromettere le campagne di raccolta e le forniture alimentari della popolazione, siamo stati costretti ad assumere direttamente l’iniziativa – ha spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – È necessario introdurre al più presto i voucher semplificati in agricoltura limitatamente a determinate categorie e al periodo dell’emergenza. La filiera rischia di venire meno se non verranno assunti provvedimenti straordinari”.
 

In una settimana, 1500 candidature da studenti, blogger, laureati di ogni genere
Sorprendente il riscontro ottenuto. In Veneto, a una sola settimana dal lancio della piattaforma, le candidature arrivate sono state 1.500 e a sottoporle sono state persone con profili molto diversi tra loro, anche con titoli di studio universitari. Il 60% di chi è pronto a “tornare alla terra” ha fra i 20 e i 30 anni di età, il 30% ha fra i 40 e i 60 anni e infine 1 su 10 (10%) ha più di 60 anni. Merito del funzionamento del portale, molto semplice e intuitivo: le aziende agricole inseriscono necessità e condizioni contrattuali; chi cerca lavoro indica esperienze e disponibilità. Ma sono benvenute anche persone con nessuna esperienza. (VV)

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