Clivabile, cerziorare, elasso....non stiamo accostando sillabe a caso, ma citando alcuni dei termini che vengono comunemente adottati nei documenti della Pubblica Amministrazione. Già. La burocrazia non parla quasi mai chiaro. In senso letterale. Per la maggior parte dei cittadini alle prese con le procedure della amministrazione pubblica, capire il linguaggio utilizzato in documenti e protocolli spesso si rivela un'impresa impossibile. Dal 1979 nei dizionari è entrata la parola "burocratese", deputata a indicare in modo dispregiativo il linguaggio complicato e di difficile comprensione delle pubbliche amministrazioni e Zanichelli ha sentito l'esigenza di attivare un link a cui è possibile consultare un dizionario dedicato: l'antiburocratese.
Dietro la lingua fumosa, sciatteria o scarsa sensibilità professionale
A intervenire, adesso è niente meno che l'Accademia della Crusca, insieme al Ministero della Pubblica Amministrazione: “La pulizia del linguaggio normativo, la chiarezza dell’esposizione da parte delle amministrazioni, la semplicità della narrazione delle scelte e delle decisioni della politica sono obiettivi fondamentali della nostra azione”, ha spiega il Ministro Dadone in occasione della firma di un Protocollo d’intesa con il Presidente dall’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini. “Non stiamo parlando di meri orpelli o di vacui esercizi di stile. Siamo piuttosto di fronte a un’esigenza fondamentale per istituzioni che vogliano davvero mettere al centro il rapporto con i cittadini e le prerogative del Paese reale – ha aggiunto il Ministro – Nell’oscurità della lingua può annidarsi semplice sciatteria, scarsa sensibilità professionale oppure l’idea distorta di un potere da preservare gelosamente, che significa spesso abuso o che comunque segnala un deficit di partecipazione democratica”.
Obiettivo: migliorare il racconto di quello che fa la Pubblica Amministrazione
Nelle intenzioni del Ministero, il Protocollo avrà come obiettivo principale leggere e interpretare correttamente l’evoluzione della lingua delle pubbliche amministrazioni e migliorare sempre di più il modo in cui "scriviamo le regole del gioco o raccontiamo, da rappresentanti delle istituzioni, quello che facciamo”. Ci riusciranno? (VV)