"Quando entro in un borgo abbandonato abbasso il tono della voce, cerco di camminare soffice per non provocare rumori. Resto in ascolto. Visito le case, entro nelle chiese, calpesto la terra dei cimiteri e mi convinco che questo vuoto abbia a che fare con me, con la mia vita, le mie visioni, le mie paure più profonde, la mia origine". Così Mauro Daltin, editor goriziano e direttore della casa editrice Bottega Errante Edizioni, descrive lo spirito che anima il suo nuovo libro "La Teoria dei Paesi Vuoti", in uscita il 12 settembre da Ediciclo Editore (14 euro).
Un borgo privo di esseri umani non è fermo e immutabile come ci si immagina: spinge, sbraita, soffre, spera. L'autore accompagna i lettori per mano alla scoperta dei paesi perduti, quelli più suggestivi e dai racconti più affascinanti. Le sue sono istantanee emozionali: fotografie di paesi sospesi in un altro tempo, buchi neri sulle mappe dove a volte è la natura, o sono le creature resistenti, a custodire il ricordo della vita. Si passa dalla celebre Craco in Basilicata alle innumerevoli Atlantidi del Nordest, le città sommerse dall’acqua; dalla surreale Consonno in Lombardia alla California in provincia di Belluno; fino a sconfinare a Cipro, in Spagna, e oltre l'oceano, negli Stati Uniti e in Giappone. Tra le loro vie ascoltiamo il sussurro dei fantasmi del passato, ci stupiamo nel trovare germogli di vita nuova, camminiamo su un crinale in bilico tra dimenticanza e resilienza. Scopriamo ciò che siamo stati e ciò che potremmo diventare. (VV)