SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
ANCI

Decaro: "Un onore fare il sindaco"

26 Giugno 2018
 

In occasione del lancio della nuova veste grafica di Strategie Amministrative, pubblichiamo l'intervista al Presidente di Anci Antonio Decaro che potete leggere sull'ultimo numero della rivista.

Presidente, la campagna #Liberiamoisindaci recentemente presentata dall’Anci, tocca un tema di fondamentale importanza per gli amministratori locali: la semplificazione. Quale obiettivo concreto vuole raggiungere questa iniziativa?
Fare il sindaco è un grande onore. Il lavoro più bello del mondo. Ma è anche uno dei più difficili: ci costringe a prendere decisioni scomode e impopolari, ci espone a numerosi rischi, continuamente, ci affida responsabilità importanti e tra loro diverse. La proposta di legge che abbiamo chiamato “liberiamo i sindaci”può aiutarci a evitare che questo difficile compito lo si debba svolgere tra mille ostacoli inutili. Per esempio scontrandosi con la burocrazia di altri pezzi dello Stato che ci costringe a presentare e ripresentare la stessa certificazione anche dieci volte in un anno; oppure mentre si è obbligati a disperdere energie nella firma di atti – dal tso obbligatorio all’istituzione di corsi per padroni di cani pericolosi – rispetto ai quali la decisione dovrebbe essere di chi ha competenze specifiche. Insomma, come dicevo all’inizio, se è vero che fare il sindaco è un privilegio, non è giusto diventi un impegno quasi eroico, come purtroppo i casi di elezioni comunali rinviate per mancanza di candidati testimoniano. 
Liberiamo i sindaci è una proposta di legge complessiva, aperta al contributo degli amministratori locali fino al momento del formale deposito, di semplificazione delle norme. Obbedisce a una constatazione di buon senso: semplificando la vita di chi governa la città, si può dare maggiore slancio alla sua azione nell’interesse delle comunità amministrate.

Si è da poco insediato il nuovo governo, quali sono le priorità che l’Anci presenterà nel confronto con i neo ministri?
Sono molte le questioni urgenti che abbiamo in sospeso. E infatti, appena è nato il governo Conte, abbiamo immediatamente chiesto un incontro con il presidente del Consiglio per riprenderle in mano. Il presidente ci ha confermato che ci incontrerà al più presto.
Tra le urgenze credo sia importante il confronto per definire una proposta di revisione della finanza comunale e metropolitana in un quando di maggiore aderenza al quadro costituzionale e alla legge sul federalismo fiscale: dobbiamo recuperare autonomia finanziaria e rendere più semplice la vita del contribuente.
È importante individuare una soluzione per ridurre il peso del debito a carico dei Comuni e delle Città metropolitane, assicurare ai Comuni in dissesto e predissesto regole e percorsi graduali che consentano il completamento del percorso di rientro, tenendo conto degli effetti di altri obblighi. Ma non ci sono soltanto i temi di finanza. Un confronto con il governo, in nome del presidio istituzionale che incarniamo, è necessario e urgente. Anche per dare attuazione ai diversi temi che compongono la nostra agenda urbana: dal rafforzamento
delle politiche di sviluppo per le città alle misure per il welfare, dalla mobilità alla sicurezza dei cittadini.

La rigenerazione urbana si sta rivelando un fattore decisivo che va oltre la ridefinizione degli assetti delle città, incidendo sulla promozione di nuove relazioni sociali, della sicurezza e della sostenibilità ambientale. L’Anci si è molto impegnata su questo fronte, come valuta ciò che è stato realizzato e cosa si aspetta dal futuro?
È un’esperienza comune per noi sindaci che la qualità dello spazio urbano non dipende soltanto dalla quantità di infrastrutture ma anche dalle relazioni che si istituiscono tra la città materiale e chi la abita. Rigenerazione urbana significa questo: significa attuare un complesso di strategie, prima ancora che di interventi, per la trasformazione, la riqualificazione e il recupero. Un esempio imponente di questa visione è stato il bando periferie. Un’operazione di rammendo epocale, una iniziativa straordinaria proprio per il suo saper tenere insieme interventi materiali e immateriali, welfare e innovazione sociale. Noi sindaci abbiamo risposto all’appello e ora ci aspettiamo molto dall’impatto dei 120 progetti finanziati per un numero complessivo di oltre duemila azioni.

Anci si ramifica territorialmente con le associazioni regionali, che in questi anni hanno saputo promuovere importanti progetti frutto di  collaborazioni interregionali. Come funziona il rapporto con il livello nazionale affinché le diverse istanze locali raggiungano Roma?
Le Anci regionali sono organizzate in un coordinamento dei presidenti regionali e possono contare su un coordinatore che ha il compito di fare sintesi tra le diverse necessità espresse dai rappresentanti territoriali. È un sistema che funziona appunto nel portare le istanze delle Anci regionali alla quotidiana attenzione nell’attività dell’Anci nazionale. Un’attenzione che, posso assicurarlo, c’è tutta.

Dopo l’estate si terrà l’appuntamento con l’Assemblea annuale dell’Anci: un evento che non solo fa incontrare gli amministratori locali con i rappresentanti delle istituzioni ma favorisce anche lo scambio e la collaborazione tra i sindaci italiani. Qual è il suo auspicio verso la tre giorni di Rimini del prossimo ottobre?
Ho molta fiducia che questo appuntamento che si rinnova ogni anno rafforzerà quel senso di squadra che fa di noi sindaci, terminale più prossimo ed esposto delle istituzioni, interlocutori affidabili e uniti. C’è molto da fare per investire nelle politiche urbane in questo Paese. E noi sindaci abbiamo molto da dire al nuovo governo e al nuovo parlamento. 

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