Cosa significa parlare di acqua in Lombardia? Cinque dighe che regolano i laghi, 100 grandi impianti idraulici e irrigui vere e proprie opere di architettura, 40mila km di rogge, navigli, fossi e canali, quasi 1.000 fontanili che assicurano in tutta la pianura la difesa del suolo dalle sempre più frequenti alluvioni causate dal cambiamento climatico. E ancora: l’irrigazione delle campagne che fa dell’agricoltura lombarda una tra le più efficienti al mondo (oltre 7 milioni di euro di produzione, quasi il 15% di quella italiana), energia pulita (22 impianti sfruttano i piccoli salti d’acqua dei canali e producono 120 milioni di kwh), luoghi di sport e ricreazione, ambienti e paesaggi per molti versi particolari. Insomma un sistema di opere e un uso plurimo delle acque, unici a livello europeo per vastità, tecnica e funzioni.
La seconda fase del progetto di candidatura
Nasce da questi presupposti il progetto di Regione Lombardia e dei Consorzi di bonifica e di irrigazione di inserire le grandi opere idrauliche e irrigue nell’UNESCO, di cui Strategie Amministrative aveva parlato qui. Progetto che adesso si precisa e passa a una fase successiva: Regione Lombardia, insieme con i Consorzi di regolazione dei laghi e quelli di bonifica e di irrigazione con le loro Associazioni regionali e nazionali, ANBI, ha deciso di realizzare il piano “La civiltà dell’acqua in Lombardia” perché queste opere, fondamentali per la costruzione e lo sviluppo del territorio e della stessa civiltà lombarda vengano inserite nella lista del “Patrimonio Mondiale, Naturale e Culturale dell’Umanità” dell’UNESCO, al pari di palazzi, castelli, ville.
I siti candidati a entrare nella lista dei patrimoni Unesco
Allo scopo, sono stati prescelti 19 grandi impianti di bonifica e di irrigazione, di alto valore tecnico, paesaggistico ed estetico-architettonico; quattro marcite a testimonianza di un antico metodo di coltivazione anche questo unico in Europa; i musei e gli ecomusei che raccontano la storia della bonifica e delle sue genti; 10 fontanili per la loro valenza irrigua ed ecologica a dar conto della lunga fascia che corre sotto le Prealpi; i Navigli Milanesi, la Muzza Lodigiana e il Naviglio Civico di Cremona.
Per promuovere e diffondere la conoscenza e la funzione della bonifica e dei siti, il Progetto è accompagnato da alcune proposte e iniziative: la costruzione di un Archivio Storico della Bonifica e dell’Irrigazione (ASBI) per raccogliere in forma digitale i documenti sulle opere idrauliche e irrigue e l’individuazione di percorsi ciclo-pedonali che raccordano i siti.
Fotografi prestigiosi raccontano le vie d'acqua lombarde
Infine un’ampia campagna fotografica e una mostra itinerante presentano in sette sezioni il sistema della acque lombarde, con collaborazioni prestigiose: Gabriele Basilico ha rilevato i grandi impianti di bonifica e di irrigazione, vere e proprie “architetture d’acqua” che hanno messo in sicurezza e reso fertile “quell’immenso deposito di fatiche” che è la pianura lombarda; Gianni Berengo Gardin ha percorso i Navigli Milanesi, Lodigiani e Cremonesi e Vittore Fossati i fontanili che impreziosiscono il paesaggio e danno vita a molte specie animali e vegetali; Francesco Radino si è addentrato nei musei e negli ecomusei che raccontano la storia della bonifica e del lavoro dell’uomo; Carlo Meazza ha guardato ai laghi e ai fiumi che, regolati e gestiti, hanno offerto una risorsa fondamentale per lo sviluppo dell’economia e della società; Mimmo Jodice si è soffermato sui monumenti che assurgono ad icone del rapporto acqua-arte-società; Claudio Sabatino infine ha percorso la pianura cogliendo gli elementi (risaie, dritti filari di alberi, campiture di mais e di grano…) che compongono i modi dell’abitare, del vivere e del produrre dell’uomo della Bassa lombarda.
La presentazione ufficiale del progetto avverrà il 7 luglio alle 15 presso la Triennale di Milano con l'inaugurazione della mostra “La civiltà dell’acqua in Lombardia”, esposta dal 7 al 31 luglio. (Nella foto, la diga Panperduto a Somma Lombardo, VA)
(Valeria Volponi)