Sono circa il 17% della popolazione, oltre 70 milioni, i disabili in Europa. E tra loro, chi vive in Italia segnala un deficit cronico di "vie libere" nella mobillità cittadina e nei trasporti: lo rivela un'indagine sulla salute e l'inclusione sociale condotta da Eurostat, che attribuisce al nostro Paese anche un'altra serie di primati negativi. Più di un disabile su due (51,45% contro una media UE del 31,65%) segnala nei trasporti la presenza di ostacoli per l'uso dei mezzi; il 66,18% dei disabili italiani (in Ue sono il 52,89%) incontra, più in generale, barriere nella mobilità.
Non va meglio con l'accesso al web - siamo penultimi dietro la Romania - o l'educazione, in cui facciamo meglio solo di Bulgaria e Grecia. E per quel che riguarda l'inserimento nel lavoro siamo penultimi, seguiti dalla Grecia.
Su educazione e formazione una discriminazione percepita altissima
A far riflettere, inoltre, è un altro parametro evidenziato da Eurostat, quello della "discriminazione percepita", che indaga l'ingiusto trattamento subito a causa della propria disabilità. In alcuni settori, come l'educazione, la formazione e il lavoro, la correlazione con la discriminazione è risultata molto forte, mentre è assente in settori come la mobilità e i trasporti. Insomma, i disabili scontano una difficoltà che interessa e colpisce l'intera cittadinanza. Particolarmente penalizzate le donne, che hanno segnalato in quota superiore rispetto agli uomini le difficoltà incontrate per le barriere presenti nella mobilità, nei trasporti e nell'accessibilità agli edifici.
(VV)