SEZIONE: WELFARE E POLITICHE GIOVANILI
EVENTO

Papa Francesco: dare gioia agli altri è seguire l'esempio di Gesù

26 Novembre 2016
 

Sono quasi 7mila i giovani volontari e gli operatori del Servizio Civile Nazionale arrivati da ogni parte d’Italia in Vaticano, sabato 26 novembre 2016, per l’udienza di Papa Francesco I: emozionati, cellulare carico, in attesa di ascoltare le parole di quello che, per tutti, è “un riferimento e una guida”. Così lo definisce la maggior parte di loro, per nulla provata da viaggi in notturna lungo la Penisola per aggiudicarsi il posto migliore in Sala Nervi. Micaela, 21 anni, da Lissone, spiega: “Papa Francesco ha avuto la capacità di avvicinare ancora di più i giovani, è innovativo nelle idee e ha un linguaggio che sa parlare direttamente al cuore di ognuno”. Per questo, è stata felice di poter prendere parte a una “giornata unica, irripetibile, in cui ho avuto anche la possibilità di vedere quanti giovani, come me, hanno avuto la fortuna di intraprendere il percorso del Servizio Civile”. Un percorso che, aggiunge ancora Micaela, “è un modo di avvicinarsi al mondo del lavoro e di vedere come funzionano i rapporti in ambito professionale, mettendosi in gioco e provando a superare i propri limiti”. Aggiunge Simone, 23 anni, da Cologno Monzese (Mi): “Questa giornata rappresenta per me un’esperienza unica e un’occasione irripetibile di vedere il Papa da vicino. E sono felice di essere qui a celebrare il Servizio Civile, che mi ha permesso di mettere, concretamente, la mia esperienza al servizio della città in cui vivo”.
 

Bobba: "Costruiamo ponti e non barriere"
Sotto la guida del giornalista Franco Di Mare, che ha individuato in “servire” la parola chiave sia del Giubileo della Misericordia, sia dell’agire quotidiano del servizio civile, ha preso la parola Luigi Bobba, sottosegretario al lavoro, che ha indirizzato alla platea un richiamo preciso: “Oggi servono ponti, non barriere. E oggi, niente rappresenta un ponte migliore del Servizio Civile, tra le persone, le identità, le culture. Lo ha ricordato il presidente Mattarella, dobbiamo tenerlo a mente sempre”. Bobba ha aggiunto: “Il Servizio Civile è anche uno strumento di inclusione per tutti i nuovi cittadini che raggiungono il nostro Paese alla ricerca di un futuro migliore. E’ stato e sarà sempre un modo per dare un senso migliore alla propria vita, per i 350mila ragazzi che lo hanno intrapreso dal 2001 e per gli oltre 800mila che hanno fatto obiezione di coscienza dal 1972”. Bobba ha concluso definendo il Servizio Civile “una bella storia di cui andare orgogliosi” e ha auspicato, che sulla scorta di quanto già aveva indicato Papa Woityla, diventi la base per costruire dei veri e propri corpi di pace permanenti, “di cui oggi più che mai avvertiamo il bisogno”.
 

Luca Abete, inviato di Striscia La Notizia e lui stesso ex volontario del Servizio Civile, ha definito la propria esperienza un momento “in cui ho imparato a fare le cose per bene. E un modo per dare qualcosa agli altri, ma anche per rubare qualcosa per sé”. Questo è l’invito che ha rivolto ai giovani presenti: “Se affiancate il fare le cose per bene alla sperimentazione, vi troverete a gestire un’arte difficile ma sorprendente”. E poi, ha concluso con un invito a sorridere. “Perché quando si dona un sorriso, senza chiederne in cambio altri, fate la cosa più bella che possiate fare”. Molto interessante la serie di testimonianze dei volontari impiegati sul fronte della protezione ambientale, della costruzione di pace, della mediazione culturale e della integrazione, dell’inserimento nella società di persone diversamente abili.



Il messaggio del Pontefice: vostro servizio utile e prezioso
E poi è arrivato il momento del Pontefice: la sala è esplosa, tra canti, applausi e tante lacrime di commozione. Le sue parole hanno riempito gli spazi e il cuore dei presenti: “Sono felice di essere qui con voi oggi, a 15 anni dalla istituzione del Servizio Civile Nazionale. Voi siete una forza preziosa, dinamica, date un apporto unico per realizzare la società solidale, a tutela dei soggetti più deboli. Temo quando vedo la corsa al riarmo, quando vedo il povero vissuto come una minaccia, quando vedo criteri e prassi improntati all’indifferenza e alla sopraffazione che rendono più povera la vita di chi è dimenticato o discriminato e di chi dimentica o discrimina. Mediante il vostro servizio dovete svolgere una funzione critica e profetica che mostri quanto sia possibile pensare e agire in modo diverso. Grazie all’Italia per il lavoro che fa in direzione dell’accoglienza dei migranti e di quanti hanno bisogno di un sostegno per ricominciare; grazie a chi aiuta le popolazioni colpite dal terremoto, a cui rinnovo la mia vicinanza e il mio incoraggiamento: tutte queste realtà diventino per voi occasione di crescita".
E in conclusione, Papa Francesco ha aggiunto: "Vi auguro di seguire la via che dà gioia e pienezza alla vita: ognuno può cercare la più adatta, lungo coordinate comuni, quelle per esempio del Servizio Civile. Un Servizio che va controcorrente rispetto ai modelli dominanti, ma che dimostra quanto ognuno di noi si senta realizzato solo quando è utile per qualcuno. E questo non ci fa mai sentire soli.
Prendete come modello di umanità Gesù che ha fatto posto in sè stesso per gli altri, sino a donare la vita. E alle istituzioni chiedo di farsi carico di uno spirito che sia sempre più solidale, sino a pervadere tutte le amministrazioni pubbliche e le azioni quotidiane".
 

Tra i saluti portati al Santo Padre, quelli del Ministro Giuliano Poletti, che lo ha ringraziato per la forza che sa trasmettere ai sindaci, impegnati ogni giorno a costruire una società “in cui è chiaro che se chi ci sta accanto non sta bene, non possiamo stare bene nemmeno noi”. E ha concluso auspicando la nascita di una protezione sociale, oltre che civile che davvero dia sostegno alle persone in difficoltà.

 


(Valeria Volponi)

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