Si intitola "Intolleranza Intollerabile" la seconda edizione della Mappa di Vox Diritti che si occupa di monitorare i contenuti generati dai social e riflette sulle reazioni generate dalla proliferazione delle differenze etniche, culturali, di genere e di religione. "Un linguaggio che crea solchi profondi come baratri, parole scagliate come pietre contro chi si percepisce come diverso da noi: è il cosiddetto “hate speech”, il linguaggio dell’odio, che oggi torna drammaticamente di attualità. Un linguaggio, che ha trovato una tribuna globale durante le recenti elezioni americane. E di cui i social media fanno da vera cassa di risonanza", spiegano i responsabili del progetto, di cui si sta preparando la terza edizione.
I social veicolo privilegiato di incitamento all'intolleranza
Efficace strumento contro il cyberbullismo, la Mappa dell’Intolleranza, mutuata sull’esempio della Hate Map messa a punto dalla californiana Humboldt State University, dimostra ancora una volta come i social media diventino un veicolo privilegiato di incitamento all’intolleranza e all’odio verso gruppi minoritari, data la correlazione sempre più significativa tra il ricorso a un certo tipo di linguaggio e la presenza di episodi di violenza.
2.659.879 tweet estratti e analizzati, da agosto 2015 a febbraio 2016, tre le università coinvolte Milano, Bari e Sapienza Università di Roma, il progetto ideato e voluto da Vox- Osservatorio italiano sui Diritti, ha consentito l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili e ha identificato le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa – secondo 6 gruppi: donne, omosessuali, immigrati, diversamente abili, ebrei e musulmani - cercando di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che spesso offrono (e quindi per la maggiore “libertà di espressione”) e per l’interattività che garantiscono.
Le donne sono la categoria più odiata
Nell’anno 2 della mappatura dei tweet intolleranti, le donne si confermano la categoria più odiata con il 63,1% del totale di tweet negativi, seguite da omosessuali (10,8%) e migranti (10,9%). Milano e Roma, le citta’ con il più alto livello di tweet negativi, con rispettivamente 15.636 messaggi discriminatori e 20.755 tweet riferiti ai 6 cluster presi in considerazione. Dopo Roma e Milano seguono in ordine di intolleranza Napoli, Torino e Firenze.
La presentazione della nuova edizione della Mappa dell'Intolleranza di Vox è prevista per il 17 novembre all'Università Statale di Milano, in piazza Sant'Alessandro 1.
(VV)