“La chiusura di un ufficio postale in un piccolo comune o nel quartiere periferico di una città non può che causare disagi alla popolazione e destare una forte preoccupazione, perché alle comunità locali viene impedito l’accesso a servizi fondamentali, soprattutto nei centri dove non è presente uno sportello bancario. Per questo la decisione di Poste Italiane di chiudere 46 uffici in Lombardia, nonostante le trattative intercorse tra territori, Regione e Anci, ci lascia fortemente perplessi”. Così il Presidente di Anci Lombardia, Roberto Scanagatti, ha commentato la decisione di Poste Italiane di cessare l’attività di 46 sportelli lombardi e di mantenere aperti soltanto 15 uffici sui 61 inizialmente coinvolti dal piano di chiusura previsto dall’azienda.
Anci Lombardia ha proposto un tavolo per le trattativeAnci Lombardia ha promosso un tavolo per le trattative con Poste Italiane e Regione Lombardia, al fine di individuare misure di razionalizzazione del piano aziendale, attivandosi per raccogliere le segnalazioni dei Sindaci in merito alle peculiarità dei territori ed elaborando dei criteri di analisi delle diverse situazioni che considerassero le specificità delle singole realtà coinvolte.
“Grazie alla nostra mobilitazione abbiamo stilato un quadro regionale che ha evidenziato le realtà più problematiche ma, nonostante questo, abbiamo dovuto constatare l’indisponibilità di Poste Italiane nel considerare ulteriori deroghe alla chiusura degli uffici rispetto alle 15 individuate”, ha concluso il Presidente di Anci Lombardia.