E' in dirittura d'arrivo la procedura di approvazione della Macroregione Alpina, l'Eusalp, che coinvolgerà un'area di 70 milioni di abitanti, 7 Stati e 48
Regioni, Laender e Cantoni su 450 mila chilometri quadrati (il 50 per
cento in più dell'Italia), con un Pil di più di 200 miliardi di euro. La Strategia nasce da
una iniziativa delle Regioni, con un pari riconoscimento del potere
decisionale tra Regioni e Stati e ha come obiettivo lo sviluppo economico, dei trasporti e dell’ambiente. Oltre a quello di ottenere un posto importante nelle trattative con l’UE
su fondi strutturali e tematiche comuni.
Per la Lombardia, un ruolo di primo piano
Il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha espresso grande soddisfazione per l'avvio verso l'ultima tappa, spiegando: "Abbiamo contribuito attivamente, insieme ad altre Regioni alpine alla definizione di una proposta politica e istituzionale: un lungo
percorso, iniziato a Grenoble il 18 ottobre 2013, quando, per la prima
volta, Stati e Regioni dell'Arco alpino si sono trovati per firmare una
dichiarazione comune di intenti sulla Macroregione alpina". Il percorso
è poi culminato nel mandato del Consiglio europeo alla Commissione per la
preparazione di un Piano d'Azione per la "Strategia dell'UE per la
Regione Alpina".ù
Altro momento cruciale, con protagonista Regione Lombardia, era stata la sottoscrizione della Dichiarazione di Milano,
il 1 dicembre 2014, durante la Conferenza internazionale degli
Stakeholder di Eusalp, organizzata da Regione Lombardia nell'ambito
dalla Presidenza italiana del Consiglio Ue, con circa 1.000 partecipanti
provenienti dai sette Paesi aderenti all'Eusalp (Austria, Francia,
Germania, Italia, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera).
Più incisività, per dare alle regioni un ruolo trainante
Alcuni dei punti che fanno parte del progetto necessitano, secondo Maroni, di un rafforzamento: "Stati, regioni, attori della società civile e, soprattutto, i
cittadini europei sono stati coinvolti con il fine
di rafforzare la lunga tradizione di cooperazione nelle Alpi e di
complementare, anziché duplicare, le strutture di cooperazione
esistenti. Oggi però la Strategia deve valorizzare queste aspettative e
il lavoro fatto in questi anni, soprattutto riconoscendo chiaramente le
'radici' di questa iniziativa".
(VV)