SEZIONE: FINANZA E TRIBUTI

Patto di stabilità: la relazione
della Corte dei Conti

26 Giugno 2014
 

La Sezione delle autonomie della Corte dei conti, nell’adunanza del 12 giugno 2014, ha approvato la relazione al Parlamento sul Patto di stabilità interno degli enti territoriali per l’esercizio 2013.
La Sezione ha riunito in un unico referto le analisi sui dati di monitoraggio del Patto sia delle Regioni che degli enti locali (Comuni e Province), offrendo così una visione d’insieme delle problematiche e degli effetti finanziari che nel corso del tempo hanno interessato l’intero comparto delle Autonomie territoriali.
Gli obiettivi del Patto sono stati raggiunti, nel quinquennio 2009-2013, grazie a un abbattimento complessivo di spesa pari rispettivamente a 17,2 miliardi di euro per il settore regionale (di cui 10,5 miliardi per le Regioni a statuto ordinario e 6,7 miliardi per le Regioni a statuto speciale) ed a 16,3 miliardi per il comparto enti locali (di cui 3,9 miliardi per le Province e 12,4 miliardi per i Comuni). La relazione, inoltre, pone in evidenza che i Comuni (nel cui ambito sono da considerare, per la prima volta, anche gli enti compresi nella fascia demografica tra 1.000 e 5.000 abitanti) hanno raggiunto gli obiettivi del Patto con notevole miglioramento. Su 5.516 Comuni, risultano inadempienti solo 121, pari al 2,2%, per la maggior parte di piccole dimensioni. Riguardo alla strategia seguita per raggiungere tali obiettivi, i giudici contabili sottolineano che i Comuni hanno ridotto sensibilmente i pagamenti in conto capitale, utilizzando la maggior parte delle anticipazioni di cassa rese disponibili dal d.l. n. 35/2013 (cd. “sblocca debiti”) per ripianare i debiti correnti di funzionamento.
Concludono i giudici: “Una lettura attenta dello stato di salute finanziaria dei Comuni mostra, peraltro, come le disponibilità in esubero, costituite dal maggior differenziale del saldo di competenza rilevante ai fini del Patto, siano sintomatiche, piuttosto che di equilibri di bilancio meno precari, di una endemica debolezza strutturale del ciclo di bilancio, caratterizzato da una forte contrazione dei flussi di cassa quale effetto di una prolungata sovrastima delle riscossioni in entrata e di un conseguente accumulo di debiti correnti di funzionamento, ripianabili solo grazie ad una massiccia iniezione di liquidità“.

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