SEZIONE: FINANZA E TRIBUTI

Incrociando le banche dati aumentano le entrate

14 Gennaio 2011
 
In questo periodo di difficoltà può essere utile che i Comuni facciano un po’ d’ordine al loro interno. È importante rivedere l’organizzazione perché consente, fra l’altro, di intervenire su spese improduttive o, ancor meglio, individuare percorsi che possano incrementare le entrate. Su quest’ultimo fronte esiste una possibilità le cui ricadute vanno al di là del mero (ma fondamentale) incasso. Questa possibilità ha un nome: lotta all’evasione fiscale, partecipando, in collaborazione con la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, alla fase di accertamento. Accertata l’evasione su segnalazione qualificata del Comune e riscosso quanto dovuto dall’evasore, all’amministrazione locale spetta il 33% della cifra. Ce lo conferma Stefano Valente, dell’Ufficio Accertamento della Direzione Regionale dell’Agenzia e coordinatore del Tavolo di Lavoro congiunto fra Anci e Agenzia in Lombardia. “È un primo sostanziale passo verso il federalismo fiscale” ci dice il dott. Valente. “La percentuale riguarda le imposte erariali, centrali, come IRPEF e IRES. Sono per ora escluse le imposte regionali anche se, in Regione Lombardia, una recente mozione votata all’unanimità prevede la possibilità di dare il 50% delle somme riscosse ai Comuni”. Va detto, come conferma Stefano Valente, che l’obbligo per i Comuni di partecipare alla fase di accertamento era già previsto dalla riforma fiscale del 1973. “Allora, tuttavia, non si parlava di federalismo fiscale e non era previsto alcun ritorno economico. Solo di recente, nel 2005, è stata rilanciata il contenuto dell’art. 44 del DPR 600/73, introducendo concetti di federalismo fiscale e, soprattutto, prevedendo il ritorno economico elevato con il dl 78/2010 al 33%”. Per venire incontro alle possibili difficoltà che può comportare questa “nuova” attività di lotta all’evasione, la Direzione Regionale della Lombardia ha predisposto una Convenzione cui i Comuni possono aderire. “La Convenzione ha lo scopo di fornire ai Comuni tutto l’aiuto necessario per sviluppare questa attività. A livello centrale il principale strumento messo a disposizione è il sistema SiatelW2.fisco. Grazie a questo sistema i Comuni possono inviare le segnalazioni qualificate e accedere alla dichiarazione dei redditi dei loro cittadini, ai contratti di utenza, ai bonifici bancari per ristrutturazioni edilizie. Questi dati assumono significato se vengono incrociati con quelli in possesso dei Comuni”. Ecco perché dicevamo dell’importanza di rivedere l’organizzazione. Rivedere le proprie banche dati, superare la frequente mancanza di dialogo tra i comparti dello stesso ente, segnalare e formare il personale all’uso dei sistemi informativi del Comune e di SiatelW2 consentono sia di sfruttare meglio le risorse, sia di percorrere, nel caso di adesione alla Convenzione, una strada che ha ricadute economiche e sociali. “Equità fiscale e sociale, questo è l’obiettivo di fondo” sottolinea Valente. “Per esempio, nel caso di agevolazioni per cui i cittadini devono presentare modelli Isee, con il sistema Siatel il Comune ha la possibilità di verificare la veridicità delle dichiarazione e laddove necessario sospendere l’agevolazione”. Come e in quali ambiti può intervenire il Comune. Il funzionario chiarisce, in primo luogo, un aspetto. “Ho parlato di segnalazione qualificata. Facciamo un esempio per meglio comprendere cosa significa. Nel caso io venga fermato da un vigile per un’infrazione stradale con la mia auto di grossa cilindrata, non è sufficiente la segnalazione da parte della Polizia Locale all’Agenzia del fatto che posseggo un’auto costosa. Al contrario, se il vigile nell’inserire i dati dell’infrazione compie una verifica con il sistema Siatel da cui risulta che sono nullatenente e segnala questa incongruenza, ecco che l’informazione ‘qualificata’ fa scattare una procedura di approfondimento e quindi, se del caso, di accertamento. In ogni caso, per i Comuni che aderiscono alla Convenzione mettiamo a disposizione un vademecum su come si fa una segnalazione qualificata, quali sono i dati e le informazioni necessarie”. Un secondo aspetto da chiarire sono gli ambiti di intervento. “I Comuni possono agire con queste segnalazioni in 5 ambiti: due riguardano il settore edilizio, uno l’accertamento si ntetico, il famoso redditometro, uno il commercio e le professioni, uno le false residenze all’estero. In quest’ultimo caso, per esempio, accade che un cittadino trasferisca all’estero la propria residenza, sottraendosi all’obbligo fiscale nel nostro Paese, ma continui ad abitare in un Comune italiano. L’amministrazione locale è in grado, molto più dell’Agenzia, di verificare l’effettiva residenza del cittadino e quindi segnalare il caso”. Allo stato attuale sono circa 100 i Comuni lombardi che hanno sottoscritto la Convenzione con l’Agenzia delle Entrate. Sono presenti nell’elenco tutti i capoluoghi di provincia. In poco tempo l’Agenzia ha raccolto 800 segnalazioni qualificate e sono stati notificati accertamenti per una cifra che, comprese sanzioni, ammonta a circa 6 milioni di euro.
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