SEZIONE: CULTURA, TURISMO E TRADIZIONI LOCALI

Expo, l'universo a Milano

29 Maggio 2008
 
L’Esposizione Universale del 2015 sarà a Milano e tutti ne siamo contenti: perché ospiteremo l’esposizione,ma anche perché a nostro favore si sono espressi i popoli dell’Africa, e tutti i popoli dei Paesi con gravi problemi di povertà, che hanno fiducia in noi, nella nostra capacità dimettere in movimento ricerca, innovazione e cooperazione necessarie per dare risposte a problematiche che già oggi sono vitali per tanta parte degli uomini, e saranno determinanti per il futuro del pianeta. Le esposizioni gestite dal BIE (Bureau International des Expositions) sono manifestazioni internazionali di natura non commerciale, organizzate ufficialmente da una nazione con la partecipazione di altre nazioni invitate. Si tengono ogni 5 anni, per una durata di 6 mesi, e trattano temi generali che interessano la gamma completa dell’esperienza umana. Sono appuntamenti di grande rilevanza, che dalla prima esposizione di Londra del 1851, hanno coinvolto le città di Parigi, Milano, Bruxelles, Seattle,Montreal, Osaka, Siviglia, Lisbona, lasciando segni rilevanti nelle città e nelle nazioni ospitanti e contribuendo in modo determinante all’economia, alla cultura, all’innovazione nel mondo, in una prospettiva che unisce il locale al globale, tema così urgente oggi. 2015,Milano al centro della ricerca A distanza di un secolo, Milano, che ospitò nel 1906 un’edizione dell’Expo, si misura di nuovo con la sfida dell’internazionalizzazione con un tema che punta diritto al centro dei problemi per il nostro futuro: il cibo, nella sua prospettiva planetaria. “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, articolato in sette sotto-temi, è il progetto promosso dal Bie. Racconta il tema, sul sito dell’Expo (www.milanoexpo- 2015.com), Roberto Schmidt, a lungo Rettore dell’Università di Pavia, presidente del comitato scientifico che ha preparato il progetto. “Si parte dalla scienza per la sicurezza e la qualità del cibo: come il progresso scientifico e tecnologico possano garantire cibo per tutti, e di qualità adeguata. Poi, la tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità: riguarda l’agricoltura in ambienti sfavorevoli, con scarsità di acqua o un suolo troppo salino. Quindi la tutela della biodiversità, tema legato alle caratteristiche e alle culture specifiche dei vari Paesi. Segue l’educazione alimentare, questione attuale nei paesi sviluppati, dove per esempio l’obesità è un problema sociale. Ancora, il tema della solidarietà nella distribuzione delle risorse alimentari. Poi, il cibo per migliori stili di vita: la tavola come momento di socialità, che può migliorare i rapporti tra le persone facendole conoscere meglio tra di loro. Infine, il rispetto di culture e tradizioni alimentari dei vari Paesi: senza stravolgerne la tradizione nel cibo, legata anche alle disponibilità di risorse, combinare gli alimenti per una salute migliore”. Un tema quasi incredibile, crocevia di tutti i temi che l’umanità deve affrontare per la sua sopravvivenza sul pianeta Terra. Il diritto di tutti al cibo, all’acqua, alla salute, alla vita, incrocia il rapporto tra nord e sud del mondo, la pace e le guerre, le disuguaglianze, la sostenibilità dei modelli di vita, la crescita dei paesi asiatici, l’istruzione e l’educazione, l’ambiente, l’inquinamento, le risorse, le energie, il clima, la demografia, l’urbanizzazione, la tecnologia, l’economia, la tradizione, lamulticulturalità, il locale e il globale e molto altro ancora. Sei mesi di dibattiti, incontri e confronti preparati da anni di ricerca, relazioni e scambi tra popoli. Sono senza dubbio questi gli aspetti più interessanti ed entusiasmanti dell’Expo, quelli per i quali abbiamo lavorato affinché l’Expo venisse assegnato a Milano e all’Italia. Un ponte tra le Nazioni Ma l’Expo non sarà solo un dibattito scientifico: sarà l’occasione per avviare progetti in molte nazioni in difficoltà, anche con finanziamenti europei e internazionali, costruendo un ponte tra i grandi Paesi industrializzati e i Paesi in via di sviluppo, per attuare forme di collaborazione attiva, non di assistenza. Molte relazioni sono già in atto attraverso azioni di cooperazione internazionale, altre sono state avviate dal Sindaco di Milano Letizia Moratti, dalla Provincia presieduta da Filippo Penati e dal Governo Prodi durante la fase di promozione dell’Expo e la ricerca dei voti favorevoli a Milano, altre sono in corso, altre ancora verranno intraprese nei prossimi mesi e anni. Ne ricordiamo alcune: • la Fondazione “Alleanza per l’Africa“, un’alleanza aperta al mondo, aperta a chiunque desideri impegnarsi e dare il proprio contributo per l’Africa, presieduta da Agyekum Kufour, presidente del Ghana; • l’avvio per l’America Latina di programmi di cooperazione tra città e di tutela dell’ambiente, investimenti per la riduzione dei gas serra; • SlimCity, un’alleanza tra le città di tutto il mondo, una alleanza tra pubblico e privato, per combattere insieme la stessa battaglia a favore dell’ambiente, del clima, di uno sviluppo realmente sostenibile, di una alimentazione garantita a tutti, così come deve essere garantito l’accesso all’acqua potabile a chi ancora ne soffre la mancanza. Oltre tutti i confini Perché l’Expo sia una vera opportunità anche sul versante urbanistico e architettonico per Milano e i paesi vicini, occorre che si crei un grande patto a cui partecipino le élite, gli intellettuali, i creativi, i lavoratori, le associazioni di categoria allo scopo di costruire una visione dello sviluppo dei territori capace di dare risposte alle esigenze generali, entro cui configurare le spinte e gli interessi particolaristici. Si dovrà realizzare una città accogliente, con aria pulita, trasporti efficienti, spazi pubblici gradevoli, trasporto pubblico su ferro potenziato e adeguato al sempre più ampio numero di utenti. Si può ridisegnare la città, soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione sociale, quindi della qualità della vita per tutte le sue componenti. La grandezza e la bellezza di Milano oggi come allora non può più chiudersi in Milano, ma deve abbracciare i territori vicini, estendendo a questi, in accordo con le comunità locali e le loro Amministrazioni, servizi, opportunità, qualità.
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