SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA

Dal Cnr ecco Thor per smaltire i rifiuti urbani

10 Marzo 2008
 
Per gli amanti della mitologia del nord, Thor, figlio di Odino, era il dio del fuoco. Per i ricercatori del Cnr Thor significa Total house waste recycling ovvero un sistema per il recupero, la raffinazione e la trasformazione dei rifiuti solidi urbani in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata. Sviluppato in collaborazione con la Società ASSING SpA di Roma, Thor, come si legge sul sito del Cnr, “è una tecnologia ideata e sviluppata interamente in Italia dalla ricerca congiunta pubblica e privata, che si basa su un processo di raffinazione meccanica (meccano-raffinazione) dei materiali di scarto, i quali vengono trattati in modo da separare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili”. L’impianto Thor riduce i rifiuti a dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro, ottenendo una materia omogenea, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifico, che può essere utilizzata come combustibile al pari di un carbone di buona qualità. Il primo impianto Thor è in funzione in Sicilia e riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora. Caratteristica importante è che Thor non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento, essendo completamente meccanico, non termico, e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve. In tal modo si limita o elimina lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro. Altra caratteristica significativa è che l’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno. Un esempio concreto viene illustrato dal Cnr. “Un’area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi. Con queste Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali è compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile. Il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile”. Un’altra applicazione interessante di Thor, utile per le isole o le comunità dove scarseggia l’acqua potabile, consiste nell’utilizzazione dell’energia termica prodotta per alimentare un dissalatore, producendo acqua potabile e nello stesso tempo eliminando i rifiuti soldi urbani. Per informazioni: Paolo Plescia, Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr, tel. 06.90672826, e-mail: paolo.plescia@ismn.cnr.it, p.plescia@assing.it Ufficio Stampa Cnr Rosanna Dassisti tel. 06.4993.3588 rosanna.dassisti@cnr.it
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