SEZIONE: TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
STATISTICHE

Sostenibilità digitale: il 60% degli italiani è impreparato

4 Giugno 2021
 

I dati della ricerca “Italiani e Sostenibilità Digitale: cosa ne sanno, cosa ne pensano”, realizzata dal Digital Transformation Institute – Fondazione di Ricerca per la Sostenibilità Digitale, indagano il livello di consapevolezza degli italiani su questi temi, e quale sia il loro punto di vista sul ruolo della digitalizzazione come strumento di sviluppo sostenibile. “Il quadro che emerge dai dati - afferma Stefano Epifani, Presidente della Fondazione - è un quadro estremamente complesso e variegato, che fornisce alcune indicazioni fondamentali dalle quali partire per iniziare a disegnare la nuova normalità che serve per rilanciare il nostro Paese”.
 
La sostenibilità si conosce ma non si pratica
Una parte importante degli italiani pensa di conoscere il tema (l’80% afferma di avere una conoscenza abbastanza o molto precisa del concetto di sostenibilità). Tuttavia, approfondendo il dato, emerge un quadro che evidenzia una grande confusione nelle persone, che le porta ad interpretare tale concetto in una dimensione prettamente ideologica, senza che tale concetto abbia un impatto reale nei comportamenti o nelle azioni. Ciò emerge con forza a partire dalle priorità percepite: il 46% degli italiani ritiene prioritarie le scelte ambientali ed il 38% quelle orientate al benessere dell’individuo, con un residuale 16% che mette al primo posto le scelte economiche, ma allo stesso tempo una parte significativa di loro (ben il 62%) non è in grado di correlare la visione di sostenibilità che ritiene prioritaria con le scelte economiche e sociali che dovrebbero essere coerenti con essa.
 
Il digitale come opportunità ma anche fonte di ingiustizia sociale
Anche nel caso della tecnologia i contrasti sono molto forti: il 92% delle persone ritiene che il digitale sia fonte di opportunità (anche se il 71% ritiene che se ne debbano comprendere ancora i rischi), ma il 65% degli intervistati sostiene anche che esso è fonte di diseguaglianza, perdita di posti di lavoro ed ingiustizia sociale. “È significativo, in tal senso - sottolinea Epifani - come la paura nei confronti della tecnologia aumenti proporzionalmente al diminuire della competenza: in altri termini meno si conoscono le tecnologie più le si temono. Questo ci deve insegnare molto sul ruolo centrale delle azioni delle Istituzioni rivolte ad aumentare il livello di consapevolezza e di competenza digitali degli italiani di ogni età”.
 
Tutta in salita la strada per la sostenibilità digitale
C'è molto da fare, dunque, per procedere lungo la strada per la sostenibilità digitale: ossia l’uso della tecnologia come strumento di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Benché la maggior parte degli italiani abbia ben chiara l’urgenza di affrontare problemi come il cambiamento climatico (74%) e l’inquinamento (76%) la maggior parte di essi, che pur si dichiara consapevole delle opportunità che già oggi offre la tecnologia digitale per affrontare questi problemi, nella pratica quotidiana non fa quanto potrebbe per usarle come strumento di sostenibilità. Sono solo il 10% gli italiani che usano regolarmente applicazioni a supporto della riduzione dei consumi, mentre il 13% le usa raramente. Il 27% dichiara di non conoscerne l’esistenza, ma il dato più significativo è rappresentato da quel 49% che - pur specificando di conoscerne l’esistenza, comunque non le adotta. E la situazione non cambia di molto se ci si riferisce alle applicazioni per la gestione del ciclo dei rifiuti (che il 38% degli italiani non conosce ed il 35% non usa pur conoscendole) e per quelle dedicate ad abbattere gli sprechi alimentari (sconosciute dal 48% degli intervistati e non usate dal 38% di quanti dichiarano di conoscerne l’esistenza). E non è tutto: se da una parte le persone non usano il digitale come strumento di sostenibilità, dall’altra non si rendono conto di quanto davvero esso - in ogni caso - impatti sull’ambiente. Più della metà degli intervistati sostiene che l’impatto ambientale della digitalizzazione sia forte (61% del totale), tuttavia sono solo il 13% coloro che riescono a quantificare correttamente il consumo effettivo di un’ora a settimana di streaming video (pari a quello di ben due frigoriferi collegati 24h).


Alle istituzioni il compito di sviluppare consapevolezza e competenze
Mauro Minenna, neo nominato Capo Dipartimento del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, che afferma: “la sostenibilità migliora nel momento in cui le persone sono dotate di conoscenza, di strumenti e di motivazione. Se si riesce a trasmettere alle persone il concetto del senso di ciò che stanno facendo, si sta lavorando in questa direzione. La sostenibilità digitale abilita questa dimensione, perché consente di moltiplicare le opportunità di condivisione della conoscenza incorporando al suo interno l’elemento di senso, ossia la motivazione per la quale si sta chiedendo di fare qualcosa. In tal modo possiamo costruire una società migliore nel rispetto dell’ambiente. Per contribuire allo sviluppo di un futuro sostenibile le Istituzioni devono impegnarsi soprattutto nello sviluppare consapevolezza, competenze e strumenti per le persone e per la società”. (VV)

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