È possibile ripensare agli sportelli per l’immigrazione come a degli snodi di una comunità generativa? E in che modo questi servizi possono implementare efficienza, efficacia e generatività?
A queste domande hanno cercato di rispondere gli operatori delle reti territoriali che partecipano al Progetto FAMI (Fondo Asilo Migrazione Immigrazione) Lab’Impact, di cui Regione Lombardia è l’Ente capofila e che vede Anci Lombardia coinvolta nella messa a disposizione di un’azione di sistema a supporto dello sviluppo delle progettualità locali e delle reti territoriali.
Come ha evidenziato Anna Meraviglia di Anci Lombardia aprendo i lavori della giornata, l’iniziativa ha colto “un’esigenza di approfondimento in merito alla gestione degli sportelli in tema di immigrazione e in merito alla necessità di rimodulare le loro attività alla luce dell’emergenza sanitaria che continua a caratterizzare i nostri territori. Il numero delle persone collegate dimostra quanto questo problema sia sentito, quindi cogliamo l’occasione per mettere a sistema e condividere riflessioni e osservazioni su come gestire un servizio molto diffuso nelle reti”.
Chiara Girola, di Cooperativa Dialogica ed esperta consulente per Anci Lombardia nel supporto allo sviluppo delle reti territoriali all’interno del progetto, introducendo il confronto ha ricordato come il progetto “FAMI Lab’Impact è stato inteso come un’occasione per far crescere le comunità e per creare nuovi servizi”, pertanto l’iniziativa messa in campo può facilitare “una riflessione per pensare a una diversa modalità con cui gli sportelli possono lavorare nella comunità, in una logica per cui gli sportelli possano costituire dei servizi che partano dalle richieste degli utenti e che possano essere visti come luoghi per il coinvolgimento dei cittadini.”
Diverse le suggestioni emerse, che hanno considerato le esperienze vissute sul territorio e le problematicità e soluzioni individuate.
In particolare gli operatori locali hanno segnalato il rischio di invisibilità degli utenti, soprattutto nel caso di scadenza del loro permesso di soggiorno, un fattore che rischia di far perdere il contatto con il cittadino inteso quale progetto di intervento. Molto sentita da tutti i rappresentanti delle reti la questione relativa all’interazione, al confronto e al dialogo con le Prefetture e le Questure, con le quali è necessario stabilire modalità di relazione più fluide. Sul piano generale, alcuni operatori hanno evidenziato l’esigenza di promuovere una diversa modalità di concepire il contributo del mediatore nella co-progettazione e co-gestione degli interventi con i servizi, oltre alla necessità di favorire un consolidamento del lavoro territoriale degli sportelli per il futuro. Considerando il tema della difficoltà dell’accesso ai servizi nel contesto pandemico, dai territori sono emersi tentativi, anche positivi, di rimodulare i servizi, in un’ottica di sviluppo e di visione di lungo periodo. In particolare, proprio grazie all’impiego di nuove strumentazioni e accorgimenti, tale strutturazione dei servizi può permettere lo sviluppo di nuove competenze rispetto agli sportelli con cui si interfacciano, anche se è evidente la difficoltà degli utenti di gestire autonomamente le loro istanze, anche a causa di una necessaria alfabetizzazione informatica con questa specifica tipologia di utenti. Infine, a margine di queste evidenze, è emersa localmente l’esigenza degli operatori di far entrare nella programmazione il lavoro del mediatore culturale, dandone continuità sul territorio, poiché essi necessitano di un supporto con gli utenti di paesi terzi sui temi della salute.
Dal confronto sono anche emerse buone pratiche, già attivate sui territori, che possono essere diffuse su larga scala, di modo da favorire l’emersione di soluzioni ai problemi aperti, e sono stati illustrati alcuni protocolli di collaborazione per la gestione degli sportelli e delle linee guida operative definite a livello locale, adottate per facilitare contatti e accordi. Per conoscere idee e soluzioni attivate è stata evidenziata la necessità di condividere gli elementi emersi nell’incontro odierno anche con i referenti dell’Anci nazionale che si occupano di welfare e immigrazione, al fine di acquisire gli esiti di sperimentazioni già avviate su scala nazionale.
Il gruppo di lavoro ha quindi sciolto la riunione, evidenziando l’esigenza di un nuovo incontro unitario per mettere a fattor comune gli elementi emersi in fase di approfondimento. (LS)