SEZIONE: TERRITORIO E SVILUPPO LOCALE - ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME - TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
CLASSIFICHE

Le imprese con la miglior reputazione? In Islanda

3 Febbraio 2021
 

Nella gelida Islanda, in cui la vita scorre lenta tra natura selvaggia e piccoli centri abitati, lavorare - nelle poche, va detto, imprese locali - è piacevole più che in qualsiasi altro luogo del mondo. A sostenerlo, i dati della classifica stilata da Zwan, azienda specializzata in corporate reputation, in 35 paesi attraverso l’algoritmo del Reputation Rating, che ne pesa e misura le dimensioni, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain. A seguire nella classifica troviamo Norvegia, Svezia, Nuova Zelanda e Svizzera. La Gran Bretagna si posiziona al 12esimo posto, mentre gli Stati Uniti d’America devono “accontentarsi” del 21° posto. «Purtroppo, da questo studio non emergono risultati positivi per le imprese del nostro Paese. L’Italia, infatti, si trova solo in 32° posizione, al quart’ultimo posto della classifica», spiegano i curatori dello studio. Le posizioni dalla sesta in poi sono occupate da altre Nazioni comunemente giudicate “virtuose”, già note per l’alta innovazione e qualità della vita: Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Canada. L’analisi di Zwan, dunque, sembra provare una relazione tra qualità della vita, digitalizzazione e Reputazione delle Imprese, nei paesi analizzati.
 

La reputazione d'impresa, tra gender gap e "made in"
Nello studio, che prende in esame il triennio 2017-2020, sono stati presi in esame i differenti aspetti che compongono la Reputazione, non unicamente intesa come immagine del brand percepita dai propri Stakeholder. Nel dettaglio, è stata svolta un’analisi incrociando alcune tra le fondamentali caratteristiche che incidono sulla Reputazione delle imprese a livello globale:
 
    1.    work-life balance in azienda
    2.    Qualità dell’ambiente di lavoro
    3.    Gender Gap
    4.    Culture & Diversity (più largamente intese come diversità razziali, religiose, …)
    5.    Sicurezza sul lavoro & Cyber-security
    6.    Qualità percepita dei prodotti “Made-in”
    7.    Reputazione aziende (più strettamente connessa all’immagine delle imprese)
    8.    Gestione delle carriere
    9.    Innovazione delle imprese
    10.  Stipendi medi nelle aziende del Paese
 

L'Italia in affanno sulla qualità delll'ambiente di lavoro
«L’Italia, purtroppo, è risultata essere quasi fanalino di coda al 32° posto, registrando performance negative in gestione delle carriere, stipendi medi e gestione delle diversità», spiegano Davide Ippolito, Ceo di Zwan e cofondatore di Reputation Rating e Joe Casini, cofondatore di Reputation Rating. «Invece, tra i parametri più positivi sembra esserci la percezione della qualità dei prodotti Made-in Italy, per la quale l’Italia si posiziona al 7° posto tra i 35 analizzati. C’è molto da lavorare anche per quanto concerne la qualità dell’ambiente di lavoro, dove l’Italia ricopre il 28° posto. A stupire, però, è la posizione degli Stati Uniti, solo 21°, principalmente a causa del Gender Gap e del Work-life balance, asset che hanno controbilanciato di molto in negativo le performance positive riscontrate per le altre caratteristiche». In conclusione, le imprese devono adeguarsi ai nuovi criteri di sviluppo che vedono la Reputazione come capitale imprescindibile del Terzo Millennio. Per un profitto a lungo termine bisogna guardare oltre il guadagno ed avere comportamenti sostenibili e accettabili. «Servono regole più severe affinché anche il nostro paese si adegui presto agli standard delle altre potenze mondiali», conclude Ippolito. (VV)

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