Quello che solo sei anni fa era stato un gioiello restituito alla collettività dopo anni di abbandono e degrado, rischia di chiudere per sempre. La Villa Reale di Monza, lo splendido palazzo in stile neoclassico realizzato a Monza dagli Asburgo con la professionalità di Giuseppe Piermarini, è al centro di una complessa vicenda gestionale che, in attesa di essere risolta, di fatto ha comportato la sospensione delle attività: dal 4 gennaio sono state chiuse le utenze di acqua, luce e gas e cancellate tutte le mostre in programma alla Villa, tra cui quella su Salvador Dalì, che doveva proseguire fino a dicembre 2021. Destinati alla chiusura anche la libreria e il Bistrot gestito dai Fratelli Cerea, mentre finiranno all'asta gli arredi del piano terreno, tutti pezzi unici realizzati dall’architetto Michele de Lucchi.
Il braccio di ferro e le questioni aperte
Eppure, nel 2014, grazie a un lavoro di restauro di oltre 20 milioni di euro, la residenza era stata riportata agli antichi fasti e aveva ospitato mostre, eventi, concerti di respiro internazionale e di grande successo di pubblico. Poi, un lungo braccio di ferro tra il concessionario Nuova Villa Reale (gruppo di imprese vincitrici del concorso internazionale per la valorizzazione della Villa) e il Consorzio di gestione di Parco e Villa Reale, con a capo il sindaco di Monza Dario Allevi e la rescissione, con un anticipo di 14 anni sui termini, del contratto di gestione. Il concessionario chiede al Consorzio il pagamento di un risarcimento di 8,3 milioni di euro, mentre la parte pubblica evidenzia, non a torto, le gravi inadempienze da parte dell’ente privato e la definisce una “doverosa reazione ad una situazione di totale abbandono del bene pubblico”. Grande preoccupazione anche per il personale: gli 8 dipendenti, già in cassa integrazione dall’inizio del lockdown, perderanno definitivamente il lavoro. (VV)