SEZIONE: TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
Desi 2020

Un lento progresso digitale dell’Italia

12 Giugno 2020
 

Anche quest’anno è stato pubblicata la relazione Desi (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società), lo strumento mediante cui la Commissione Europea monitora il progresso digitale degli Stati membri dal 2014. Va detto che il Desi 2020 fa riferimento ai dati rilevati nel 2019. La relazione, quindi, evidenzia che questi dati vanno oggi letti alla luce della pandemia Covid-19, durante la quale il nostro Paese ha avviato numerose iniziative in ambito digitale per far fronte a questa emergenza.

Il governo ha adottato un pacchetto di misure volte a rispondere all'aumento del consumo di servizi di comunicazione elettronica e di traffico di rete. Con la graduale uscita dell'Europa dalla pandemia, la ripresa deve essere pianificata tenendo conto degli insegnamenti tratti dalla crisi. Ciò significa che è necessario prestare particolare attenzione ad indicatori che sono significativi per una trasformazione digitale e una ripresa economica più forte e resiliente, quali quelli relativi alle reti ad altissima capacità e il 5G, le competenze digitali, le tecnologie digitali avanzate per le imprese e i servizi pubblici digitali”.


 

Per l'edizione 2020 l'Italia si colloca al 25º posto fra i 28 Stati membri dell'UE. Fra i dati più significativi vi sono le carenze per quanto riguarda il capitale umano. Rispetto alla media UE, l'Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi. Anche il numero di specialisti e laureati nel settore Ict è molto al di sotto della media UE. Queste carenze in termini di competenze digitali si riflettono nel modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali. Solo il 74% degli italiani usa abitualmente Internet. Sebbene il paese si collochi in una posizione relativamente alta nell'offerta di servizi pubblici digitali (e-government), il loro utilizzo rimane scarso.

 

In questo settore l'Italia è al 19º posto nell'UE, la stessa posizione occupata nel 2019. Tale posizione colloca il Paese al di sotto della media europea, nonostante le buone prestazioni nell'ambito dell'offerta di servizi digitali e di dati aperti (Open Data). L'Italia supera l'UE per quanto riguarda il livello di completezza dei servizi online, i servizi pubblici digitali per le imprese e i

dati aperti. La bassa posizione occupata dal Paese nella classifica generale è dovuta allo scarso livello di interazione online tra le autorità pubbliche e il pubblico in generale. Solo il 32% degli utenti italiani online usufruisce attivamente dei servizi di e-government (rispetto alla media UE del 67%). Questo dato è addirittura diminuito tra il 2018 e il 2019.


 

Vi sono tuttavia iniziative del 2019 che la relazione Desi 2020 considera rilevanti per accorciare il gap con l’Europa e migliorare il livello di e-government.


 

La relazione vede di buon auspicio l'istituzione del Ministero per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione (settembre 2019), che rappresenta una novità significativa nella governance delle politiche di digitalizzazione dei servizi pubblici.

Anche la strategia "Italia 2025" è vista dalla relazione Desi come un elemento positivo, in quanto conferisce alla pubblica amministrazione un ruolo centrale come strumento e motore dell'innovazione e della digitalizzazione in Italia. Alla stessa stregua è considerato il nuovo "Piano triennale per l'informatica nella Pubblica Amministrazione 2019 – 2021". Il piano definisce un elenco completo di azioni e pone particolare enfasi sull'adozione del paradigma cloud nella pubblica amministrazione, con l'obiettivo di razionalizzare le infrastrutture e i servizi digitali attuali e migliorarne la sicurezza, l'efficienza e l'affidabilità. Il piano ribadisce inoltre l'importanza dei "Responsabili per la Transizione al Digitale" (RTD), funzionari designati cui è affidato il compito di sostenere la transizione al digitale nella loro amministrazione. Il 2019 ha visto una crescita esponenziale del numero di incarichi di Responsabile per la Transizione al Digitale in tutta la pubblica amministrazione.


 

L'attuazione dei principali progetti di e-government ha subito un'accelerazione, in particolare nel 2019. La diffusione del sistema di identità elettronica conforme al regolamento eIDAS (Sistema Pubblico di Identità Digitale o Spid) è aumentata significativamente fino a raggiungere 5,5 milioni di cittadini nel gennaio 2020 (da 3,4 milioni all'inizio del 2019). Tuttavia il numero di pubbliche amministrazioni che forniscono accesso ai servizi pubblici digitali attraverso lo Spid è rimasto relativamente stabile (4100, a fronte di un obiettivo di 10.000 amministrazioni nel 2020).

 

Parallelamente, l'uso della carta d'identità elettronica è in fase di accelerazione: è in grado di rilasciarla il 99,9% dei comuni italiani, con una copertura del 97,8% dei cittadini.

 

La centralizzazione delle anagrafi digitali della popolazione (Anagrafe Nazionale Popolazione Residente o Anpr) è un altro grande progetto che mira a consolidare in un unico registro le informazioni personali diffuse nelle amministrazioni locali e a aumentare l'efficienza e la semplificazione. L'attuazione di questo progetto è migliorata tra il 2019 e il 2020 registrando un aumento nella copertura delle amministrazioni target, dal 21% all'inizio del 2019 al 68% all'inizio del 2020.

 

Il numero di pagamenti elettronici effettuati a favore della pubblica amministrazione (tramite pagoPA) è aumentato notevolmente, passando da circa 13.000 transazioni nel 2018 a 42.500 nel 2019.

 

Per quanto riguarda la cybersicurezza, nel 2019 l'Italia ha avviato la fase pilota della piattaforma nazionale di contrasto agli attacchi informatici, che consente lo scambio automatizzato di informazioni tra le pubbliche amministrazioni sui rischi informatici, con l'obiettivo di prevenirli e affrontare gli attacchi informatici.

(SM)

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