SEZIONE: TERRITORIO E SVILUPPO LOCALE - ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
BANDO PERIFERIE

Decaro: "Con lo stop ai fondi, un danno per 20 mln di cittadini"

5 Settembre 2018
 

“Difendendo la decisione di non erogare risorse per un miliardo e seicento milioni pattuite con 96 sindaci di altrettanti Comuni e Città metropolitane, risorse già oggetto di contratti stipulati al più alto livello istituzionale, hanno detto che tanto i Comuni non sono pronti. Parlando di mance e favori che il bando periferie faceva a questa o a quella amministrazione, hanno sostenuto che i Comuni non avessero diritto a quei soldi per una pronuncia della Corte Costituzionale. Beh, non è vero. Abbiamo fatto i compiti e possiamo dimostrarlo”. Così il presidente di Anci Antonio Decaro si è espresso oggi, durante l'audizione davanti alla prima e alla quinta commissione della Camera, in merito alle norme che, nell’ambito del decreto Milleproroghe 2018 approvato dal Senato in agosto, bloccano i fondi del bando periferie. Con lui, una delegazione composta dai sindaci di Napoli, Luigi de Magistris, Firenze Dario Nardella, Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, Novara, Alessandro Canelli, Varese, Davide Galimberti, Ancona, Valeria Mancinelli, Cosenza, Mario Occhiuto, Pesaro, Matteo Ricci, Chieti Umberto Di Primio, Caserta, Carlo Marino, Frosinone, Nicola Ottaviani, Sassari, Nicola Sanna, Arezzo, Alessandro Ghinelli, Padova, Sergio Giordano, Benevento, Clemente Mastella, Catania, Salvatore Pogliese, Belluno, Jacopo Massaro, Pescara, Marco Alessandrini, Rimini, Andrea Gnassi, Campobasso, Antonio Battista, Macerata, Romano Carancini, Nuoro, Andrea Soddu, Pavia, Massimo Depaoli, e Fiumicino, Esterino Montino.


In cosa consistono i fondi bloccati
La misura bloccata dal decreto Milleproroghe vale 1,6 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti un miliardo e cento milioni di cofinanziamenti pubblici e privati. A beneficiarne sono 96 tra Comuni (87) e Città metropolitane (9) per 1.625 interventi da realizzare sul territorio di 326 comuni complessivi, in cui risiedono quasi venti milioni di italiani. Secondo i parametri dello studio Ance-Istat “L’industria delle costruzioni: struttura, interdipendenze settoriali e crescita economica” del 2015, genera valore economico di 9 miliardi di euro (tra settore edile e indotto) e una ricaduta occupazionale di 42 mila unità.
“E’ stato detto che questi interventi sono molto lontani dalla reale fase attuativa - ha rilevato Decaro - e invece, attraverso un monitoraggio promosso dall’Anci, siamo in grado di dire che i Comuni stanno lavorando, hanno già assunto impegni giuridicamente vincolanti, speso per le progettazioni e in parte anche per avviare i cantieri, anticipando i tempi di attuazione previsti dalle convenzioni firmate con la presidenza del Consiglio che prevedevano per la fine di agosto 2018 la sola progettazione esecutiva”. 


La posizione dei sindaci e degli amministratori lombardi
In linea con le posizioni "dure" di Decaro anche i sindaci e gli amministratori lombardi presenti all'audizione. Davide Galimberti, sindaco di Varese, ha commentato: "Come sindaci dei capoluoghi italiani abbiamo illustrato l’importanza che rivestono le riqualificazioni delle periferie delle nostre città, e per noi in particolare il progetto stazioni di Varese. La mia speranza è che ci si renda davvero conto delle reali potenzialità che hanno tutti questi interventi in termini di riqualificazione delle città, di sicurezza, lavoro e sviluppo economico". Il primo cittadino di Pavia, Massimo Depaoli, è sulle barricate: "In città sarebbero dovuti arrivare circa 10 mln di euro per finanziare diversi interventi come la nuova fermata della S13, il cavalcavia tra Maugeri e San Matteo, il sottopasso in via san Giovannino e la riqualificazione di 5 piazze di quartiere", racconta Alessio Molteni su La Provincia Pavese. "Ci rivolgeremo a tutte le sedi competenti e invieremo entro il 10 settembre al Governo una parte dei progetti esecutivi. E' assurdo sospendere una convenzione già firmata: se non cambia nulla manifesteremo davanti a Palazzo Chigi". E anche Piefrancesco Maran, assessore urbanistica, verde e agricoltura del Comune di Milano, ha commentato: "Oltre alla politica, c'è la legge: qui si configura la rescissione unilaterale di un contratto, quello stretto tra Stato ed enti locali. E la garanzia dello Stato, di colpo, viene meno", racconta a Il Giorno. A Milano spettano 18 milioni di euro, soldi che Palazzo Marino intende investire per il rilancio del Quartiere Adriano: "I progetti sono alla fase esecutiva, quella che precede le gare. Siamo nei tempi". 


A che punto è lo sviluppo dei progetti
Anci ha esaminato lo stato di avanzamento dei progetti di 39 delle 96 amministrazioni locali coinvolte. L’importo complessivo dei 39 progetti è di 1.218.483.706 euro. Le amministrazioni hanno contrattualizzato impegni per 42.717.919 euro. Le spese certificate dai soggetti affidatari ammontano a 12.381.058 euro, mentre pagamenti sono stati effettuati per 8.832.529 euro. Nel 33% dei casi sono già state attivate le procedure di gara per l’esecuzione dei lavori, per un importo complessivo vicino ai 65 milioni di euro, mentre nel 9% dei casi i cantieri sono già stati aperti. Molti Comuni hanno già chiesto l’anticipazione del 20 per cento dell’importo dovuto e ammesso a finanziamento, senza ricevere riscontro, e altri Comuni, per il solo finanziamento delle spese iniziali di progettazione, hanno usufruito dell’apposito Fondo rotativo costituito da Cassa depositi e prestiti. I Comuni e le Città Metropolitane hanno dunque già sostenuto, a decorrere dalla data di efficacia delle convenzioni, spese, oneri amministrativi e gestionali, inserito nelle programmazioni triennali delle opere pubbliche tali investimenti, nei bilanci triennali le previsioni di spesa, convocato le conferenze dei servizi per l’acquisizione dei necessari pareri e autorizzazioni paesaggistiche, avviato procedure ad evidenza pubblica, assunto specifiche obbligazioni contrattuali. Insomma i Comuni sono in fase avanzata nell’attuazione della misura. “Bloccare i fondi - continua Decaro - non è solo un danno per i Comuni e per i cittadini che in quei Comuni vivono, quindi per l’economia del Paese. Il blocco dei finanziamenti è illegittimo sotto il profilo formale e irragionevole sotto quello sostanziale. Attenderemo insieme l’esito di questa mobilitazione, fiduciosi che il buonsenso prevalga, che i commi 2 e 3 dell’articolo 13 del decreto siano abrogati e modificati. Confidiamo che il patto di reciproca collaborazione che dovrebbe guidare sempre le istituzioni con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei cittadini, non resti inascoltato. Ma se così non fosse noi sindaci siamo pronti a presentarci a Palazzo Chigi e a consegnare le nostre fasce tricolori, simbolo che tiene insieme il Paese da Nord a Sud. Sfileremo noi rappresentanti delle istituzioni più vicine ai cittadini, i Comuni. Ma dietro di noi avremo, idealmente, tutti e venti i milioni di italiani ai quali si vuole rubare la speranza di vivere in città e paesi migliori”. (VV)

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