SEZIONE: LAVORI PUBBLICI ED EDILIZIA - ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
POLEMICHE

Stazioni di Varese, Galimberti invoca un prestito dopo lo stop al finanziamento

27 Agosto 2018
 

Sembrava tutto ok, per il  progetto definitivo delle Stazioni di Varese (attivato nell’ambito del bando per il “Piano periferie”), annunciato lo scorso giugno: il sindaco Davide Galimberti, in apertura del consiglio comunale, aveva evidenziato che il Comune di Varese aveva dato il suo benestare a tutte le opere, per un totale di 18 milioni di euro. Il provvedimento, che doveva essere trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto essere approvato in forma esecutiva il 7 agosto, per passare poi all'appalto dei lavori. "Con l’approvazione del progetto esecutivo entro i primi giorni di agosto, è ragionevole ipotizzare che entro settembre possano essere bandite le gare di appalto per l’esecuzione dei lavori, ed entro fine anno aggiudicati i lavori così da iniziarli entro il 2019", affermava il Sindaco.

Invece no. Il decreto Milleproroghe approvato dal Senato ha di fatto bloccato per due anni la riqualificazione delle stazioni del capoluogo lombardo e il progetto per cui, secondo la convenzione, il Comune avrebbe dovuto ricevere sul conto corrente comunale il 20% del progetto, ovvero 3.600.000,00, a titolo di acconto e a coperture delle spese sostenute ed anticipate per la progettazione. La restante quota del finanziamento sarebbe stata erogata a stato di avanzamento lavori. Il saldo del finanziamento, pari al 5% (900 mila euro), infine, avrebbe dovuto essere erogata dallo Stato in seguito alla verifica della conclusione dei lavori nel rispetto del crono programma, di tutti gli interventi realizzati e delle spese effettivamente sostenute, della certificazione della corretta esecuzione delle opere e dei servizi, nonché della effettiva approvazione degli atti di collaudo delle opere realizzate e della certificazione.

Il sindaco Galimberti ha quindi deciso di far sentire la propria voce, chiedendo un prestito flessibile alla Cassa Depositi e Prestiti, per fare decollare il progetto stazioni, a prescindere dal destino dell' emendamento al decreto Milleproroghe che potrebbe bloccare i fondi fino al 2020. Il prestito sarà discusso dal consiglio comunale di lunedì 3 settembre. "Sono abituato a lavorare sulle certezze: ad oggi i soldi, la convenzione e i progetti sono l’unica certezza e quindi si va avanti con il Progetto Stazioni perché è un intervento per la sicurezza e il decoro dell’area che la città aspetta da troppo tempo. Considero un emendamento che deve essere ancora approvato dal Parlamento una provocazione e un attacco all’autonomia degli enti locali e all’economia". Galimberti non si limita a questo, ma aggiunge una nota politica: "Purtroppo prevale la linea dei no alle grandi opere e allo sviluppo economico. Se dovesse essere approvato un simile emendamento avremmo la conferma che siamo un paese delle “banane” dove le convenzioni non valgono nulla. Sarebbe un pessimo messaggio per gli investitori che vogliono venire in Italia. Abbiamo bisogno di certezze”.


La richiesta di prestito: le motivazioni più urgenti
Il prestito flessibile che potrà arrivare a 5 milioni di euro (ma di cui la prima tranche non è stata ancora quantificata) è necessario e urgente perche, spiega Galimberti: "Varese deve essere all' altezza dei collegamenti dell' Arcisate Stabio e con Malpensa. La riqualificazione del comparto è attesa da decenni. Ora finalmente si può agire e si tratta anche di un intervento dal grande valore simbolico per la rinascita e la crescita sociale ed economica della città". Inoltre, dettaglio non trascurabile, "Il Comune non può essere inadempiente e se l'emendamento passerà così come strutturato adesso, slitterà l'arrivo dei fondi ma non l'obbligo del Comune di rispettare i tempi (e i pagamenti) previsti dalla convenzione. Cassa Depositi e Prestiti ha creato ad hoc questo "forziere" dal quale le amministrazioni che hanno aderito al Bando periferie possono attingere". Alcune hanno già chiesto i fondi, anche per la fase progettuale, Varese ha messo di tasca propria 500mila euro.


La posizione di Anci: audizione alla Camera il 4 settembre
Anci ha già preso le difese dei Comuni, in una dichiarazione dell'8 agosto (Decaro aveva definito il Milleproroghe un furto con destrezza). E tornerà sul tema in una audizione alla Camera, fissata il 4 settembre, in cui i sindaci saranno ascoltati in commissione Bilancio. L’associazione dei Comuni ha espresso grave preoccupazione per la norma che sospende i finanziamenti a 96 capoluoghi di provincia e Città metropolitane, già oggetto di convenzioni firmate nell'ambito del "Bando periferie". Un rinvio per opere del valore complessivo di un miliardo e seicento milioni tanto grave quanto inatteso. "Si stanno privando i Comuni di fondi necessari per rendere più sicure e vivibili le periferie delle nostre città, che soffrono situazioni di degrado economico e sociale”, è l’opinione unanime. 
Ma le criticità sollevate da Anci non riguardano solo il bando periferie. Nel milleproroghe non sono state infatti considerate diverse proposte dell’associazione relative ai piccoli Comuni, ai contributi per gli investimenti 2019 e alle sanzioni a carico degli enti in predissesto. “Abbiamo cercato un’interlocuzione con il governo -  ha rilevato Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente di Anci - che richiamiamo a quel patto di reciproca collaborazione che dovrebbe sempre guidare le istituzioni, con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei cittadini. Ora una cosa deve essere chiara ai nostri interlocutori istituzionali: i sindaci non si fanno prendere in giro”. (VV)

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