SEZIONE: FINANZA E TRIBUTI
DATI

Quella sprecona della Pubblica Amministrazione

2 Novembre 2017
 

La mole di sprechi e di inefficienze della Pubblica Amministrazione in Italia continua ad aumentare e, secondo l’ultima stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, sfiora ormai i 29 miliardi di euro l’anno. Possibilità di riduzione degli sprechi ci sarebbero, in realtà. E potrebbero interessare, in particolare, il trasporto pubblico locale, la sanità, le misure economiche a sostegno delle persone meno abbienti e la quota di spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza, ma allo stato attuale gli interventi fattivi non sono molti. "Nella legge di Bilancio del 2018 - ha dichiarato il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - la gran parte dei 2,9 miliardi di euro di spending review si concentrerà sulla riprogrammazione di alcuni trasferimenti alle Ferrovie dello Stato e sul depotenziamento del fondo per le esigenze indifferibili. Insomma, ancora una volta si interverra' riducendo soprattutto i servizi ai cittadini, senza intaccare seriamente la spesa pubblica improduttiva". 


Cosa potrebbe fare il Governo
Secondo la Cgia, una mole importante di risorse potrebbero essere riparmiate colpendo i falsi invalidi e chi percepisce deduzioni/detrazioni fiscali non dovute e gestendo meglio il patrimonio immobiliare. "Per pagare meno tasse - ha dichiarato il segretario della Cgia Renato Mason - è necessario che il governo agisca sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica, tagliando sprechi, sperperi e inefficienze della macchina pubblica. Quanto è stato fatto in questi anni va nella direzione giusta, ma è ancora insufficiente".


Le potenzialità di aumento del PIL
Secondo la Cgia la situazione assume una dimensione ancor più preoccupante se si tiene conto anche dei dati forniti dal Fondo monetario internazionale. Secondo l'FMI se la nostra amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la stessa qualità nella scuola, nei trasporti, nella sanità, nella giustizia, il nostro Pil aumenterebbe di 2 punti (ovvero di oltre 30 miliardi di euro) all'anno. (VV)

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