SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA'
EMERGENZA

Sempre più migranti in Lombardia, il 7,2% irregolari

11 Aprile 2016
 

Rispetto all’anno scorso i migranti in Lombardia sono aumentati del 2%, secondo il rapporto dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) curato da Eupolis: al 1 luglio 2015 la stima è di un milione e 321mila stranieri, con 26mila presenze in più. In lieve aumento (circa 3.000 in più) anche la stima dei migranti irregolari: sono 95 mila gli stranieri presenti in Lombardia senza un valido titolo di soggiorno e rappresentano il 7,2% del totale. L’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) presenta la fotografia aggiornata al 2015 della presenza immigrata in Lombardia, analizzandone gli aspetti demografici e le principali caratteristiche socio-economiche, anche alla luce degli importanti mutamenti che stanno caratterizzando lo scenario internazionale a fronte delle situazioni di conflitto che caratterizzano le regioni del Medio Oriente e del Nord Africa e dei perduranti effetti della crisi economica che ha investito anche la realtà lombarda.

 

A Milano, 21 migranti ogni 100 abitanti

L’area lombarda a maggiore densità di immigrati è il capoluogo, Milano, con 21 migranti ogni 100 abitanti contro la media regionale di 13 ogni 100. A livello territoriale nel 2015 le province di Milano e di Monza e Brianza si confermano per la più ampia presenza di stranieri provenienti da Pfpm, raccogliendo assieme quasi la metà del totale regionale. L’area meridionale delle province di Pavia, Cremona, Mantova e Lodi comprende poco più del 15% degli immigrati, mentre i territori di Bergamo e Brescia superano il 25% e, in ultimo, l’area nordoccidentale ne accoglie quasi il 14%. Rispetto alla densità delle presenze, le stime del 2015 continuano a presentare il valore di 13 stranieri provenienti da Pfpm ogni cento residenti: un dato che, dopo la forte crescita che lo ha triplicato dal 2001 al 2011, è cresciuto solo leggermente nell’ultimo quadriennio.
Milano, intesa come area metropolitana, mantiene la più alta densità di presenza, con 21 immigrati da Pfpm ogni 100 abitanti, ma valori consistenti si riscontrano anche nelle province di Brescia e Mantova (quasi 15 ogni 100 abitanti), Lodi, Bergamo e Cremona (attorno al valore di 13 ogni 100 abitanti), Pavia (12), Monza e Brianza, Lecco, Como e Varese (9-10), mentre Sondrio rimane al di sotto del 6%, cioè si conferma con il più basso livello nel panorama regionale.

 

Bordonali: gli enti locali vanno coinvolti nella gestione dei flussi

Gli immigrati in Lombardia sono principalmente est-europei, (476mila, ottomila in più rispetto all’anno precedente), asiatici (329mila, 12mila in più), nordafricani (240mila, 2mila in più) e latinoamericani (168mila). Romania (193mila persone), Marocco (123mila) e Albania (122mila) sono le tre nazioni da cui provengono più migranti, secondo i dati dell’Orim. "Riuscire a gestire in maniera adeguata il fenomeno dell’immigrazione è una delle grandi sfide che le Istituzioni si trovano ad affrontare in questo delicato periodo storico. I numeri registrati negli ultimi due anni sono senza precedenti: gli arrivi via mare certificati in Italia nel 2014 sono stati 170.000, mentre quelli ufficiali relativi al 2015 si attestano a 154.000. La Lombardia è stata la regione più interessata da questo problema e ha dovuto ospitare sul proprio territorio un numero di nuovi immigrati ben più elevato, sia in termini assoluti che percentuali, rispetto a tutte le altre regioni italiane", ha commentato Simona Bordonali, Assessore alla Sicurezza Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia.

 

Disoccupazione femminile al 26,4%

Un dato su tutti risulta rilevante: il tasso di disoccupazione. In un momento in cui la crisi economica sta ancora facendo sentire i propri pesanti effetti, tra gli immigrati regolarmente presenti sul territorio lombardo il tasso di disoccupazione tocca il 16,6% e raggiunge addirittura il 26,4% tra la popolazione immigrata femminile. "Numeri che parlano chiaro e che dicono come in Lombardia non sussistano le condizioni per ospitare altri arrivi. Anche per questo torniamo a chiedere al Governo italiano un coinvolgimento degli enti locali nella gestione dei flussi. In questi due anni, Regioni, Province e Comuni non hanno avuto voce in capitolo sul tema e hanno dovuto subire le imposizioni del governo centrale senza poter ragionare su un metodo condiviso".

I contenuti integrali del rapporto sono in allegato.

 

(VV)

 

 

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