A un anno di distanza dall'appuntamento precedente, si è svolto a Milano, in un affollatissimo auditorium presso Palazzo Pirelli, il convegno organizzato da Anci Lombardia, Regione Lombardia e Unione Province Lombarde, dal titolo: "Partenariato Pubblico Privato: affermazione e conferma di una valida soluzione per la realizzazione delle opere pubbliche degli enti locali". Lo scenario di riferimento è cambiato, dopo l'abolizione del patto di stabilità, ai Comuni non resta che concentrarsi sulla definizione di come utilizzare il PPP a sostegno di interventi, per esempio, di edilizia scolastica, illuminazione pubblica, gestione di impianti sportivi e luoghi di culto come i cimiteri, tramite una corretta gestione dei flussi finanziari e della loro contabilizzazione. "Il convegno di oggi è un'ottima opportunità per fare chiarezza su norme e procedure. Il rischio, per un tema come questo, è di rimanere intrappolati in una zona grigia, in cui i Comuni infrangono regole che non sono state spiegate a sufficienza", ha spiegato Simone Uggetti, sindaco di Lodi.
I vantaggi per le pubbliche amministrazioni
Affidarsi a forme di partneriato pubblico-privato comporta una serie di vantaggi tangibili, per le pubbliche amministrazioni. Li elenca Massimo Pollini, di Anci Lombardia: "Innanzitutto, possiamo attivare economie di procedura, dal momento che viene indetta una gara sola; poi, c'è una migliore qualificazione del costruttore, unito al rispetto dei tempi di realizzazione e quindi a una diminuzione delle opere incompiute. Minori sono le spese a carico del bilancio pubblico, e i pagamenti iniziano solo dopo il collaudo e la consegna dell'opera". Insomma, più efficienza, sicurezza, stabilità.
Il ruolo di Regione Lombardia
Ma per far sì che lo strumento funzioni a pieno regime, ci sono ancora una serie di ostacoli da superare. Il primo lo individua Massimo Garavaglia, assessore economia e bilancio di Regione Lombardia: "Dobbiamo lavorare con Anci per abolire la norma 243, che vieta l'indebitamento. Diversamente, nel 2017 potrebbe verificarsi il blocco totale della spesa per investimenti". Altra nota dolente: provvedere a una corretta formazione dei segretari comunali, che dovranno essere in grado di pianificare un progetto di PPP corretto, che risponda alle direttive della Corte dei Conti.
Tuttavia, Regione Lombardia è decisa a impegnarsi sul fronte del PPP, con continuità: "Abbiamo attivato una serie di progetti pilota, a cui i Comuni possono fare riferimento; soprattutto, sono in arrivo due tranche di finanziamento: la prima, per 70 milioni di euro all'anno, arriva da FinLombarda e per il resto dai Fondi Europei. La seconda, in presentazione con un bando a fine febbraio 2016, riguarda l'illuminazione pubblica e ha 7 milioni di euro di dote per i piccoli comuni e circa 50 milioni per i più grandi". Garavaglia precisa ancora: "Vogliamo che i Comuni usino subito i fondi disponibilli. E poi, attivarci per trovarne altri".
Gli esempi di successo, da Inveruno a Carpenedolo
Di grande interesse per la platea presente sono state le presentazioni delle best practices da parte dei Comuni che hanno applicato con successo lo strumento del PPP. A raccontare l'esperienza di Inveruno è il sindaco, Sara Bettinelli: "Il nostro progetto ha coinvolto cinque comuni dell'alto milanese per dare il via a un piano di riqualificazione dell'illuminazione pubblica, e grazie a questa unione siamo riusciti a contenere i costi e ad attivare con Enel Sole un riscatto graduale delle postazioni, per poi attivare una procedura di project financing". Illuminazione pubblica al centro anche dell'esperienza di Carpenedolo, raccontata dal sindaco Stefano Tramonti come "un esempio di smart city", mentre per Torrevecchia Pia il PPP serve a sostenere un centro infanzia, una palestra e una serie di interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con risparmi sino al 40%", raccontati dal sindaco Roberto Nassi.
(VV)