SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA'
EVENTO

Vaticano, il 10 dicembre i sindaci dal Santo Padre

30 Novembre 2016
 

Si intitola "Europa: i rifugiati sono nostri fratelli" l'incontro promosso il 9 e il 10 dicembre dalla Pontificia Accademia delle Scienze, presso la Casina Pio IV in Vaticano, dove sono attesi 80 sindaci di tutto il mondo, che il 10 dicembre saranno ricevuti dal Papa: 80 di loro, tra cui 20 italiani, discuteranno di nuove strade per costruire la pace, "strade che mettano in evidenza la dignità umana di tutti i rifugiati e che permettano di affermare la loro identità».

 

I venti rappresentanti italiani
Tra i sindaci convocati in Vaticano, la delegazione italiana è quella più numerosa dopo quella tedesca, che conta 21 primi cittadini, capitanati dal sindaco di Berlino, Michael Müller. Ad aprire i lavori del Summit, sarà la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Questi, in ordine di intervento cominciando da venerdì 9, gli altri sindaci italiani: Luigi De Magistris (Napoli), Leoluca Orlando (Palermo), Giorgio Gori (Bergamo), Federico Pizzarotti (Parma), Giusi Nicolini (Lampedusa), Matteo Biffoni (Prato), Giuseppe Sala (Milano), Franco Balzi (Santorso), Giovanni Giachino (Chiesanuova), Riccardo Poletto (Bassano del Grappa), Paolo Omoboni (Borgo San Lorenzo), Stefano Ioli Calabrò (Sant’Alessio in Aspromonte), Enrico Ioculano (Ventimiglia), Alberto Panfilio (Cona), Domenico Lucano (Riace), Antonella Leone (Pedivigliano), Dario Nardella (Firenze), Antonio De Caro (Bari), Enzo Bianco (Catania). Con loro, i rappresentanti di Spagna, Svizzera, Polonia, Portogallo, Irlanda, Grecia, Austria, Belgio, Regno Unito, Romania, Lettonia, Olanda. Saranno presenti anche la Libia, con due sindaci – Abdulrauf Beitelmal (Tripoli) e Hamed Rafed Ali Alhiali (Sebha) – e la Tunisia, con il sindaco di Tunisi, Saifallah Lasram.
 

Sei proposte da valutare
Gli 80 sindaci saranno chiamati a valutare sei proposte, che "puntano a ridurre i rischi di una spirale di reazioni catastrofiche nel breve termine, e anche a massimizzare e consolidare i benefici delle riforme nel lungo termine". La prima proposta, si legge nel comunicato dell’organismo pontificio, è "fermare all’origine l’ondata di rifugiati, mettendo immediatamente fine alla guerra in Siria". Seconda proposta, "non sanzionare la Gran Bretagna per la sua uscita dall’Ue", per pensare invece "a una forma di unione più creativa e feconda, finanche a una ‘sana disunione'", accordando "maggiore indipendenza e libertà ai paesi della Ue in generale" e, in particolare per la questione dei rifugiati, "pattugliare le frontiere nazionali e dell’Unione Europea al fine di accogliere i migranti così come arrivano"; in quanto "la priorità deve essere data a salvare vite".

Fondamentale, inoltre, "creare un robusto sistema di assistenza per i rifugiati, consentendo loro di chiedere asilo, accogliendo in modo equo le loro richieste, ricollocando i più vulnerabili e soddisfacendo i bisogni primari come l’istruzione e la salute". "Creare corridoi umanitari sicuri e certi, riconosciuti a livello internazionale non solo dai paesi membri della Ue; offrire l’amnistia o altri tipi di soluzioni per le vittime della schiavitù moderna e la tratta di esseri umani che vengono sottoposti a forme di lavoro forzato, prostituzione e traffico di organi; ripristinare un senso di giustizia e di eque opportunità nelle disilluse classi lavoratrici, nei giovani disoccupati e in tutti coloro la cui condizione economica è stata indebolita dalle crisi finanziarie e dall’esternalizzazione e precarizzazione del lavoro; concentrare le risorse, compresi eventuali aiuti aggiuntivi, nel promuovere lo sviluppo economico dei paesi a basso reddito, piuttosto che nella guerra".

Obiettivo finale è quindi "passare da un strategia basata sula difesa e la guerra, a una più focalizzata sullo sviluppo sostenibile e globale, specialmente nel caso dei paesi sviluppati". "Innalzare altri muri e recinzioni – la conclusione del comunicato – non fermerà i milioni di migranti in fuga. Solo la cooperazione internazionale per il raggiungimento della giustizia sociale può essere la soluzione".

 

(VV)

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