Da Brescia a Sondrio. Potrebbe aprirsi con un cambio di provincia il 2016 della Valcamonica, territorio per cui, da più parti, si invoca l'annessione alla Valtellina. Specie dopo la creazione di un’unica Azienda sociosanitaria territoriale (Asst) che fonde Valcamonica, Valtellina e Alto Lario che di fatto ha confermato l'esistenza di una macrorealtà territoriale con scambi economici e sociali ben radicati. Con la votazione della riforma costituzionale, che prevede anche l'istituzione delle nuove Aree Vaste, oggetto del referendum popolare del prossimo autunno, le cose potrebbero finalmente arrivare a una svolta.
A lanciare la proposta, il sindaco di Aprica Carla Cioccarelli: "Perché la Valcamonica non si stacca da Brescia e non si unisce a Sondrio, con cui ha molto più in comune? La mia non è una provocazione - spiega - perchè chi è abituato a vivere in montagna, ad avere tanti disagi in mille ambiti, sicuramente è ben disposto a superare campanilismi che la nostra località non ha, perchè l’abitato si divide a metà su due province, e condividiamo la situazione con Corteno, per esempio, senza alcuna rivalità territoriale». Il suo intervento, nel corso di un convegno dedicato al futuro della montagna organizzato il 9 gennaio 2015, ha suscitato il plauso ma anche qualche perplessità tra i presidenti delle provincie di Brescia Pier Luigi Mottinelli e di Sondrio Luca Della Bitta, e il consigliere regionale Fabio Fanetti, membro del Comitato per la montagna, presenti all'evento.
I problemi di collegamento
Certo è che finchè non saranno risolti problemi viabilistici di collegamento tra le due valli, si tratta di una discussione sterile. Primo fra tutti, sul piatto, è la realizzazione del traforo viario del Mortirolo, perchè la S.S. 39 così com'è, più che facilitare i collegamenti tra Valcamonica e Valtellina, rappresenta un ostacolo all'integrazione, mentre tra l'alta Valcamonica e il capoluogo Brescia ci sarebbe già "una percorribilità soddisfacente".
(VV)