Il Ministero dell'Ambiente ha definito i modelli e le linee guida per presentare la domanda di accesso ai finanziamenti relativi agli interventi di rimozione o di demolizione delle opere o degli immobili realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato o dei quali viene comprovata l'esposizione a rischio idrogeologico in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire (decreto 22 luglio 2016, pubblicato in G.U. n. 251 del 26 ottobre 2016).
Possono presentare la domanda di concessione di finanziamento i Comuni nel cui territorio ricadono l'opera o l'immobile realizzati in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire, in aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato o dei quali viene comprovata l'esposizione a rischio idrogeologico. Oggetto del finanziamento sono i costi degli interventi di rimozione o di demolizione, comprensivi delle spese tecniche e amministrative connesse, per i quali sia presente un provvedimento definitivo di rimozione o di demolizione non eseguito nei termini stabiliti.
Nelle spese tecniche connesse si intendono compresi i costi relativi:
- al conferimento alle discariche pubbliche del Comune in cui si eseguono i lavori o nella discarica del comprensorio di cui fa parte il Comune medesimo o su aree autorizzate al conferimento, dei rifiuti misti dell'attività di demolizione classificabili non inquinanti, qualora non sia possibile la messa in riserva e il loro recupero;
- alla raccolta e imballo, nonché trasporto e smaltimento in discarica, di rifiuti speciali pericolosi con il rilascio di relativo certificato di smaltimento;
- agli interventi che tendono a favorire la ripresa spontanea di vegetazione autoctona riproponendo artificialmente cenosi non molto evolute ma in grado di raggiungere autonomamente sia una complessità strutturale, tipica delle cenosi naturali, sia una maggiore diversità biologica, fatte salve le disposizioni in materia previste dalla legislazione vigente.
Le domande di concessione del finanziamento devono essere caricate dai Comuni in un apposito sistema online, predisposto e gestito dal Ministero dell'Ambiente - Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque.
(SM)