SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA

Italia, il 7% dei decessi è causato dall'inquinamento

8 Giugno 2015
 
In Italia si continua a morire di inquinamento: il 7% di tutti i decessi avvengono a causa della cronica esposizione dei cittadini a livelli di inquinamento atmosferico oltre le soglie massime ammesse dalla legge. I numeri, esplicitati, sono impressionanti: oltre 30mila decessi ogni anno (il 65% nelle regioni del Nord) avvengono per le conseguenze di aver respirato fumi nocivi, specie il particolato fine (PM2,5). Lo evidenziano i dati del Ccm Viias (Valutazione integrata dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sull'ambiente e sulla salute) finanziato dal Centro controllo malattie del ministero della Salute e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitatio regionale del Lazio con la collaborazione di Università e Centri di ricerca.

La vita media accorciata di 10 mesi

L'inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi, che diventano 14 per chi vive al nord, 6,6 per chi abita al Centro e 5,7 al Sud e isole. Ma basterebbe il solo rispetto dei limiti di legge per salvare 11mila vite l'anno, abbinati a una seria politica di mobilità sostenibile e a una riduzione delle emissioni in agricoltura, sino ad arrivare alla tutela del verde urbano e alla «riforestazione» delle città.

A Lombardia e Campania il triste primato

Le regioni dove si muore di più a causa delle polveri sottili sono Lombardia (oltre 160 decessi ogni 100mila residenti) e Campania (oltre 130 decessi). Per il biossido di azoto le morti correlate sono più frequenti in Lombardia, Lazio e Campania. L’esposizione all’ozono uccide di più in Liguria, Toscana e Puglia.

Le possibili soluzioni: limiti di legge e riduzione del 20% degli inquinanti
Il progetto Ccm Viias ha previsto due scenari alternativi, da realizzarsi entro il 2020: il primo ipotizza la completa adesione in tutta Italia ai limiti di legge previsti dalla normativa europea e nazionale; il secondo prevede una riduzione uniforme del 20% delle concentrazioni di inquinanti sul territorio.
In entrambi i casi si otterrebbe un risparmio di vite, rispetto al 2005, di 11.000 per il PM2.5 e 14.000 per l'NO2 nel primo e di 16.000 per il PM2.5 e 18.000 per l'NO2 nel secondo.

(VV)
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