In Italia su 6.310 edifici, circa il 65% è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Il 39% necessita di interventi di manutenzione urgente, il 29,3% si trova in aree a rischio sismico, il 10% in aree rischio idrogeologico e il 10,4% in aree a rischio vulcanico. Sono i dati drammatici evidenziati dal XVI Rapporto Ecosistema Scuola, l'indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell'edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia presentato il 18 dicembre a Milano.
Bioedilizia questa sconosciuta
Ancora meno sono le scuole costruite con criteri di bioedilizia, solo lo 0,6%, mentre solo l'8,7% sono quelle edificate con criteri antisismici. Sul fronte delle pratiche sostenibili, aumentano gli edifici (14,3%) che usano energia rinnovabile, mentre si registra un calo del servizio scuolabus e dei servizi scolastici. Sebbene il segnale sulle certificazioni soprattutto di agibilità con il 59,7% (2 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno) e igienico-sanitaria (14,6 punti percentuali in più rispetto al 2013), siano leggermente positivi, non c'è da stare allegri.
Negli edifici scolastici italiani il dato positivo arriva prevalentemente dalle prove di evacuazione (96,1%) e dalla dotazione di porte antipanico (92,2%), mentre un 20% non ha ancora provveduto a dotarsi di impianti elettrici a norma.
Al Nord i comuni più virtuosi
A guidare la graduatoria della qualità dell'edilizia scolastica sono le città del nord. Al primo posto c'è Trento, seguita da Reggio Emilia e Forlì. Ci sono poi Verbania, Piacenza, Biella, Bolzano, Pordenone, Brescia e Gorizia. Quest'anno Roma è tra le città escluse dalla graduatoria, perché ha inviato meno del 50% dei dati richiesti, come Bergamo.
L'intero rapporto di Legambiente è scaricabile a questo link.
(Valeria Volponi)